Pronta e durissima la risposta francese agli attentati terroristici dello scorso 13 novembre a Parigi. Mentre il mondo piange le 128 vittime, aerei militari francesi hanno intensificato i raid su Raqqa, capitale dello Stato Islamico in Siria, bombardando centri nevralgici dei miliziani jihadisti. Una conferma delle parole del presidente francese, François Hollande, che aveva annunciato che la risposta dell’Eliseo sarebbe stata “determinata e spietata”.
Già da diversi mesi la nazione è impegnata in operazioni militari in Siria. Il governo transalpino è “legittimato ad agire”, ha dichiarato il ministro degli Esteri Laurent Fabius. Il popolo – ha fatto eco il primo ministro Manuel Valls – “deve unirsi contro il terrorismo”.
Come reso noto dal ministero della Difesa di Parigi, una decina di cacciabombardieri francesi, partiti dagli Emirati Arabi Uniti e dalla Giordania, hanno colpito ieri sera un centro di reclutamento, un deposito di munizioni e un campo di addestramento “terrorista” a Raqqa. L’operazione è stata condotta in coordinamento con gli Usa.
Proprio a Raqqa, inoltre – secondo fonti dell’intelligence – sarebbe stato pianificato il massacro a Parigi. Lì, nei mesi scorsi, sarebbe stato addestrato uno specifico gruppo di terroristi per sferrare attacchi all’estero e, dopo la creazione di questa unità, è stato il califfo al-Baghdadi ad ordinare di avviare l’azione terroristica nella capitale francese.
Intanto la polizia d’Oltralpe dà la caccia a Salah Abdeslam, 26 anni, uno dei tre fratelli coinvolti negli attentati, le cui foto sono state diffuse sul web. L’uomo avrebbe vissuto a Molenbeek, periferia della capitale belga Bruxelles, rifugio dei jihadisti europei. Le Forze dell’ordine hanno pure effettuato perquisizioni a Bobigny, banlieue nord di Parigi, il cui esito non è stato ancora comunicato.