Quant’è facile – osserva Nilda – fare uno strappo; è un attimo; ma per ricucire, per riparare quello strappo bisogna passarvi sopra molte e molte volte con ago e filo.
Le sue parole mi fanno riflettere a quanta attenzione, quanta delicatezza richieda il trattare col prossimo: è così facile lo strappo: un’impazienza, uno sgarbo, una parola, un gesto possono rompere o, almeno, incrinare il rapporto con lui; ma quanti atti d’amore per ricucirlo, quanto impegno per riparare a un’offesa.
Ognuno va avvicinato secondo i suoi gusti, il suo linguaggio, la sua sensibilità. Non per tutti è uguale il saluto, non a tutti è gradito lo stesso modo di parlare. A stoffa nuova, rattoppi nuovi; rattoppi vecchi a stoffa vecchia. Altrimenti i rattoppi nuovi strappano la stoffa vecchia. “Piangere con chi piange, ridere con chi ride” è la massima di S. Paolo. È l’arte del “farsi uno” con ciascuno, con tutti.
Solo così puoi sempre rammendare artisticamente ogni divisione.
Quest’arte ricrea la comunità.
Ciao da p. Andrea
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