Chapel with urn of Blessed Francesco Faà Di Bruno

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La devozione mariana di Francesco Faà di Bruno

A metà del XIX secolo, il beato fu un pioniere del dialogo scienza-fede e rilanciò il culto di Nostra Signora del Suffragio

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Scienziato, militare, inventore, musicista, prete. Il beato Francesco Faà di Bruno (1825-1888) riassunse davvero, nella sua vita intensa e nella sua straordinaria esperienza, umana e spirituale, una ricchezza non comune di interessi, cultuali, religiosi e sociali.

Dai campi di battaglia della Prima Guerra di Indipendenza, alle cattedre universitarie, alle innumerevoli opere di carità – sostenute soprattutto per promuovere la donna, in tutta l’ampiezza e l’originalità della sua “vocazione” – Francesco fu instancabile servo della Verità, ricercata e indagata in tutta la sua bellezza.

Il binomio “scienza e fede” trovò in lui un singolare cultore e un interprete ineguagliabile. La misera sorte dei tanti soldati, che si vide cadere accanto, soprattutto nei tragici giorni del 1848 (anche suo fratello Emilio morirà, da eroe, nel 1866, durante la battaglia di Lissa), lo indussero a erigere – tra le tante iniziative di bene – una Congregazione che si dedicasse in special modo al suffragio dei defunti, specialmente delle anime più abbandonate e dimenticate.

Le Suore Minime del Suffragio proseguirono così, nel tempo, il mandato ricevuto dal loro Padre Fondatore. Affermerà una testimone: “…il Padre voleva che le Suore donassero la loro vita, azione, preghiera e sofferenza, a suffragio delle anime del Purgatorio”. La loro consacrazione a Dio – che le impegnerà anche in diverse opere di carità, fattiva e concreta – troverà sempre, fin dalle origini, il suo riferimento e la sua sorgente in Maria Santissima, Madre, patrona e modello, vera e potente Mediatrice di misericordia presso Dio.

Alcuni significativi passaggi, tratti dagli scritti del Beato, confermano la sua particolare devozione alla Madre del Signore: “La Vergine, donata da Gesù sul Golgota, quale madre di tutti i cristiani, rallegra con la sua presenza i beati del cielo e li rende partecipi di un celeste godimento; consola e aiuta noi poveri pellegrini sulla terra… non dimentica neppure quei figli suoi che hanno già lasciato la terra, ma ancora non sono giunti al cielo, perché non abbastanza puri”.

In un’epoca che va cancellando i segni del soprannaturale, che riduce il senso della responsabilità personale e che si ostina a escludere ogni legame dell’uomo con lo Spirito, quanto mai necessaria risulta questa pia devozione alla Madonna del Suffragio (la cui festa si celebra all’inizio del mese, il 3 novembre), che dilata “l’immaginario” quotidiano oltre i confini della morte e spalanca la mente e il cuore alle realtà celesti.

Scriveva ancora Francesco Faà di Bruno: “La devozione a N.S. del Suffragio giova a noi viventi sia per ricordarci questo stato di purificazione, anche per le più piccole colpe, sia per supplicare Maria Vergine che ci aiuti a evitare i peccati, le negligenze, le freddezze e a farci amare la penitenza e la mortificazione, il fervore, che sono i mezzi per il nostro cammino di santità”.

Chi sa contemplare “i beni di lassù” non intende certo estraniarsi dal reale, trasferendosi – quasi “virtualmente” – in una dimensione disincarnata e lontana dagli affanni del presente. La storia e l’esperienza delle Suore Minime confermano la continuità tra la terra e il Cielo, tra il servizio quotidiano ai poveri e ai bisognosi e il ricordo affettuoso dei cari defunti. Questi due “versanti” della carità si illuminano e si integrano a vicenda: lo stesso sguardo colmo di misericordia si rivolge ai propri fratelli, ancora in cammino per le vie del mondo, e a chi ha già raggiunto la meta, ma deve ancora lasciarsi guarire totalmente dalla Grazia.

Non a caso è Maria Santissima impegnata in quest’opera di “raccordo” tra il secolo presente e quello futuro: la sua materna sollecitudine si estende oltre il limite della vita terrena, per abbracciare anche i figli ancora immersi nel fuoco risanante della definitiva purificazione.

L’anno della misericordia, ormai alle porte, ci consentirà di acquisire una coscienza più illuminata della inesauribile potenza dell’amore di Cristo, che si estende al di là dei confini del tempo e raggiunge ogni anima, destinata alla beatitudine del Cielo. “La devozione a N. S. del Suffragio -sono ancora parole del Beato – ispira una grande confidenza nel rivolgerci a Lei come Madre, non solo nostra, ma anche dei nostri cari defunti e supplicarla, affinché muova verso di loro la bontà divina”.

La preghiera per i defunti e la sincera devozione verso di loro ci introducono così nel “raggio” della Misericordia di Dio, di cui la prima artefice e interprete è stata – e continua a essere – la Vergine Maria, che si onora di portare anche il titolo di N.S. del Suffragio.  

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Mario Piatti

Padre Mario Piatti, I.C.M.S., è direttore del mensile Maria di Fatima

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