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Vatileaks? Fa emergere problemi già noti, la vera novità è la riforma di Bergoglio

Per la stampa anglosassone, lo scandalo segna una nuova era per una Santa Sede a lungo abituata a certi standard di deferenza

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L’immagine di papa Francesco che commenta per la prima volta pubblicamente il nuovo scandalo vaticano, parlando a una Piazza San Pietro piena di folla, ha colpito la stampa anglosassone. I principali giornali britannici e statunitensi descrivono un Pontefice determinato nel dichiarare a tutto il mondo che i progetti di riforma andranno avanti e nel rivendicare i risultati già conseguiti.

“Papa Francesco – si legge in un articolo del Guardian – ha detto ai fedeli in Piazza San Pietro che il furto di documenti che descrivono illeciti finanziari interni alla Santa Sede è un crimine e ha promesso di continuare nei suoi piani di riforma”. Riferendosi poi ai due volumi appena pubblicati, Via Crucis di Gianluigi Nuzzi e Avarizia di Emiliano Fittipaldi, il Pontefice ha dichiarato che “pubblicare documenti riservati in due libri è un atto deplorevole che non aiuta”.

“Questo triste evento – ha aggiunto Francesco – certamente non mi distoglierà dal lavoro di riforma che stiamo portando avanti con i miei collaboratori e con il supporto di tutti voi”. Il Papa ha poi precisato che i documenti fuoriusciti erano l’esito di processi di cambiamento già avviati e che diverse misure sono già state prese per risolvere questi problemi “con qualche risultato già visibile”.

Il Guardian ha concluso sostenendo come i volumi di Nuzzi e Fittipaldi “siano percepiti come parte di un aspro conflitto interno al Vaticano fra riformisti e vecchia guardia tradizionalista”.

Il Times ha sottolineato come “il Papa ha criticato pubblicamente quei vescovi che vivono come dei faraoni mentre alcuni dei loro diocesani sono ridotti in povertà”. Francesco, come evidenzia il quotidiano londinese, ha poi attaccato tutti coloro che sono “troppo legati al denaro”, aggiungendo: “Quanti preti e vescovi così vediamo? È triste parlarne, vero?”.

Passando sull’altra sponda dell’Atlantico, il Chicago Tribune si è concentrato sulla notizia che il Vaticano sta indagando sull’operato di Nuzzi e Fittipaldi, “nell’ambito dell’inchiesta sulla fuoriuscita di documenti riservati che hanno rivelato sprechi, avidità e cattiva gestione ai più alti livelli delle gerarchie ecclesiastiche cattoliche”. “Entrambi i giornalisti  – continua l’articolo – hanno scritto due libri bomba che espongono nel dettaglio la faticosa battaglia di Papa Francesco nel riformare il Vaticano”. I loro volumi, pubblicati la scorsa settimana, si basano su documenti fuoriusciti da una commissione di riforma nominata da Francesco per riprendere in mano le finanze vaticane. Il quotidiano statunitense ha poi aggiunto come il direttore della Sala stampa vaticana, Padre Federico Lombardi, abbia precisato come Nuzzi e Fittipaldi siano “sotto indagine per il loro ruolo presunto nel traffico dei documenti trafugati”.

Un articolo del Washington Post, invece, commenta l’attuale situazione nella Santa Sede e raccoglie le opinioni di alcuni famosi vaticanisti. “Anche per un luogo avvezzo alle fughe di notizie – si legge nel pezzo – questo nuovo scandalo è stato un fiume in piena. Soprattutto a causa delle registrazioni delle parole di papa Francesco. Una barriera che, secondo i vaticanisti, non era mai stata abbattuta prima. È evidente che si è entrati in una nuova era per un’istituzione a lungo abituata a certi standard di deferenza”.

“Cardinali che vivono in appartamenti opulenti senza pagare. Lo sappiamo dall’alba dei tempi – è il commento di John Allen, vaticanista del Boston Globe – ma questo è un nuovo livello di rivelazioni. È la versione cattolica del principio che la gente ha il diritto di sapere. E credo che quei prelati vivano ormai in un mondo che non esiste più”.

“I problemi erano ben noti – sostiene John Thavis, ex giornalista del Catholic News Service – ecco perché Francesco ha avviato le riforme. Tutti concordano che la vera novità sia lui, un personaggio in grado di raccogliere intorno a sé così tante attenzioni, giornalistiche e non, perché sta facendo le cose in modo diverso”.

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Alessandro de Vecchi

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