Una Chiesa italiana che viaggia in sintonia con il Papa e la Santa Sede, all’insegna della ‘sinodalità’ e della ‘decentralizzazione’. Lo ha accennato il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, durante la conferenza stampa di chiusura del Convegno Ecclesiale Nazionale, conclusosi oggi a Firenze.
“Una centralizzazione della Cei sarebbe contro lo stile sinodale”, ha sottolineato Bagnasco, richiamandosi alla Evangelii Gaudium, che va tradotta in “alleanze virtuose sul territorio”.
Il “pericolo maggiore” è la “tiepidezza spirituale”, ha poi aggiunto il porporato, in risposta a chi gli chiedeva quali siano attualmente i principali nemici della Chiesa, in una fase in cui – come dimostra Vatileaks – gli attacchi esterni si sovrappongono agli attacchi esterni.
Bagnasco ha auspicato una “continua conversione spirituale” e ha spiegato: “Se il mio cuore è freddo, se mi arrendo a una mediocrità elevata a sistema, io sono il peggiore pericolo per la comunità cristiana. Dentro e fuori di essa, divento capace di tutto”.
Con riferimento allo scandalo finanziario in cui è coinvolto l’ex Abate di Montecassino, Pietro Vittorelli, il presidente della Cei ha parlato di una “dolorosissima situazione”. È anche per questo che Bagnasco ha parlato di “ombre gravi e anche gravissime”, riferendosi, durante il Convegno Ecclesiale, a “situazioni penose” come quella verificatasi nella celebre abbazia.
“Nessuna ombra – ha tuttavia puntualizzato – deve oscurare la luce di tanti ministri di Dio, religiose e religiose, che vivono nella fedeltà alla loro vocazione, nella dedizione alla propria gente e ai propri doveri”.
“Aiutateci a non oscurare questa grande luce!”, ha detto poi Bagnasco, rivolto ai giornalisti.
Sulle possibili conseguenze dei recenti scandali in Vaticano sull’8 per mille, il cardinale ha invitato ad “informarsi correttamente e pensare con la propria testa”.
Parlando dei “sei milioni di poveri all’anno”, dei quali 500mila si rivolgono alle “Caritas e ai centri di ascolto per le famiglie” e ai “1.500 organismi di assistenza caritativa diffusi sul territorio”, il presidente della Cei ha sottolineato: “ognuno può trarre le sue conseguenze”.
A chi gli chiedeva un parere sul rischio di attentati terroristici in Italia, Bagnasco ha replicato: “Chi può escludere la presenza di infiltrati dell’Isis anche nel nostro Paese?”. Proprio perché il rischio esiste, “le autorità preposte devono sempre più e sempre meglio svolgere il loro compito di verifica e di garanzia rispetto a quello che il Concilio Vaticano II chiama ordine sociale, la sicurezza sociale per i cittadini”, ha aggiunto.
In conclusione, una riflessione sulla vocazione dei laici e sul loro impegno di sempre: “animare cristianamente le realtà temporali” e “animare cristianamente le realtà temporali”. È opinione del presidente della Cei, che “da troppo tempo i cattolici si siano sempre più ritirati da questo primario compito e si siano un po’ spostati sui servizi parrocchiali”.
Lungi dal finire “clericalizzati”, i laici devono piuttosto “abbracciare con fiducia, senza paura, con intelligenza e con coraggio l’animazione temporale”, mentre ai pastori “compete direttamente annunciare il Vangelo e formare le coscienze”.
Da qui l’auspicio di Bagnasco perché i laici tornino a diventare “fermento in politica” e ad affrontare “la virulenza della cultura diffusa”.