Celebrare un importante frutto del Concilio Vaticano II come la Gravissimum educationis (Dichiarazione del Concilio Vaticano II sull’educazione cristiana) che compie 50 anni, e ricordare il 25° della Ex corde Ecclesiae, Costituzione Apostolica sulle università cattoliche mediante cui Giovanni Paolo II collocò l’autonomia istituzionale e la libertà accademica entro le esigenze della verità e del bene comune.
Con questo obiettivo è nato il Congresso Mondiale “Educare oggi e domani. Una passione che si rinnova”, promosso dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica, che si terrà dal 18 al 21 novembre prossimi a Roma. L’iniziativa è stata presentata questa mattina in una conferenza stampa nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa vaticana.
Due, in particolare, gli eventi più significativi: il primo si è già tenuto il 3 giugno scorso all’UNESCO a Parigi, inserito nelle celebrazioni del 70° dalla fondazione della medesima organizzazione internazionale; e il secondo avrà luogo invece a Roma tra il 18 e il 21 novembre prossimi lungo tre sessioni (la sessione inaugurale e quella conclusiva sono plenarie e si svolgeranno presso l’Aula Paolo VI in Vaticano, quella centrale suddivisa, a sua volta, in due sotto-sessioni, una dedicata all’Università e l’altra alla Scuola con relazioni, testimonianze e tavole rotonde con esperti da tutto il mondo, presso il Centro Mariapoli di Castel Gandolfo).
Nel celebrare il 50° della Dichiarazione del Concilio Vaticano II Gravissimum educationis del 1965 e il 25° della Costituzione Apostolica Ex corde Ecclesiae, del 1990, la Congregazione per l’Educazione Cattolica intende rilanciare – attraverso questo congresso mondiale – l’impegno della Chiesa nel campo educativo, impegno tra l’altro sottolineato nel corso della Conferenza dalle personalità che vi sono intervenute: il cardinale Giuseppe Versaldi, prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica; mons. Angelo Vincenzo Zani, segretario della medesima Congregazione e il professore Italo Fiorin, Direttore della Scuola di Alta Formazione “Educare all’incontro e alla solidarietà” della LUMSA, Roma.
Negli anni che seguirono il Concilio Vaticano II, sovente il Magistero della Chiesa si è soffermato sull’importanza dell’educazione e sul contributo che ad essa la comunità cristiana è chiamata ad offrire proprio dove si presenta in modo evidente una emergenza educativa. I centri educativi cattolici infatti non sono soltanto “dispensatori di competenze” ma, proprio per loro intrinseca natura, si caratterizzano per essere luoghi di incontro, dialogo e mutuo accrescimento in un percorso di educazione alla vita che si apre agli altri nell’ottica del bene comune. Questo è stato il fulcro dell’intervento lungo e articolato realizzato dal cardinale Giuseppe Versaldi, il quale dopo aver tratteggiato un breve profilo storico della Gravissimum educationis, definito nei termini di un documento di grande rilevanza storica, ha presentato ampiamente il lavoro compiuto dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica che ha dato il suo servizio di approfondimento, di orientamento e anche di regolamento dell’educazione.
L’intervento, sapientemente articolato su tre punti, le scuole cattoliche, le istituzioni degli studi ecclesiastici e le università cattoliche, si è servito dei principali documenti promulgati nell’ambito dell’educazione cattolica (La scuola cattolica, 1977, Il laico cattolico testimone della fede nella scuola, 1982, Orientamenti educativi sull’amore umano, 1983, Le persone consacrate e la loro missione nella scuola. Riflessioni e orientamenti, emanato nel 2002, Educare al dialogo interculturale nella scuola cattolica. Vivere insieme per una civiltà dell’amore, 2013), per commentare «l’estrema importanza dell’educazione nella vita dell’uomo e la sua incidenza sempre più grande nel progresso sociale contemporaneo».
Il Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica inoltre ha ricordato che nel periodo post-conciliare, ha assunto una crescente importanza nella Chiesa la necessità di curare anche la formazione teologica dei fedeli laici. “Per questo” – ha osservato – “sono stati istituiti gli Istituti Superiori di Scienze Religiose, per i quali sono state date normative in tempi diversi, prima con la Nota illustrativa del 10 aprile 1986 e poi la Normativa per l’Istituto Superiore di Scienze Religiose del 12 maggio 1987. Infine, con le disposizioni contenute nell’Istruzione sugli Istituti Superiori di Scienze Religiose del 28 giugno 2008, si sono tenute presenti le nuove istanze di carattere pastorale, come anche l’evoluzione verificatasi nell’ambito delle legislazioni civili di numerosi Paesi in ordine all’insegnamento superiore, con cui queste istituzioni accademiche ecclesiastiche sono chiamate ad interagire”.
Mons. Angelo Vincenzo Zani nel suo intervento ha illustrato brevemente tre punti: il cammino di preparazione al Congresso mondiale, nato durante l’Assemblea Plenaria dei Cardinali e Vescovi della Congregazione per l’Educazione Cattolica, riunitasi nel gennaio 2011, nella quale si è discusso sulle future linee di azione del Dicastero; il programma dettagliato che prevede la sessione inaugurale nel pomeriggio del il 18 novembre, nell’Aula Paolo VI; e le prospettive del dopo Congresso.
Per individuare i problemi riguardanti l’educazione promossa dalla Chiesa in tutto il mondo e raccogliere i primi suggerimenti con lo scopo di rilanciare l’importante azione formativa svolta dalle numerose istituzioni cattoliche, nel giugno 2012 si è svolto a Roma un primo seminario di studio, i cui risultati sono stati in seguito rielaborati in incontri successivi e raccolti in una carta di lavoro, intitolata “Educare oggi e domani. Una passione che si rinnova”. A questo importante volumetto, ha spiegato il professore della LUMSA, Italo Fiorin, è stato allegato un questionario “per stimolare il confronto e orientare le risposte che ognuno poteva indirizzare al nostro Dicastero.
Nel complesso sono stati raccolti 149 questionari, provenienti da 62 paesi nel mondo: “Si tratta soltanto di una piccolissima parte, quantitativa e qualitativa, della varietà di esperienze, punti di vista, percezioni, pratiche in atto nelle istituzioni educative cattoliche”, ha sottolineato il docente. “Va però detto” – ha aggiunto – “che i documenti prodotti in risposta al questionario che prevedeva solo domande aperte sono stati generalmente corposi, e, soprattutto, il risultato di un complesso lavoro che ha coinvolto in momenti di seminario o di gruppi di lavoro molte realtà impegnate nell’educazione. Questo conferisce alla documentazione esaminata un valore e una rappresentatività molto più significativa”.
La ricerca condotta dall’équipe di docenti e ricercatori dell’Università LUMSA che ha analizzato con metodo scientifico il materiale pervenuto, non ha la pretesa statistica di generalizzare i risultati dell’indagine condotta dal momento che le risposte al questionario non forniscono soluzioni né si limitano a dare indicazioni definitive rispetto alle domande contenute nell’Instrumentum laboris. “L’analisi condotta fornisce preziose però evidenze empiriche raccolte a livello mondiale sull’attualità dei principi affermati nella Dichiarazione Gravissimum educationis e nella Costituzione apostolica Ex corde Ecclesiae, offrendo stimoli per tracciare nuovi progetti istituzionali e p
ercorsi educativi per il futuro”, ha spiegato il professore condividendo le principali direttrici verso cui impegnare la missione delle scuole e università cattoliche e mostrando dei grafici di riferimento sui questionari pervenuti da tutti e cinque i continenti.