Secondo il Global Tuberculosis Report 2015 stilato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), a livello mondiale, l’incidenza della tubercolosi è diminuita in media dell’1,5% l’anno a partire dal 2000 ed è ora inferiore del 18%. Nonostante questi progressi e nonostante il fatto che quasi tutti i casi potrebbero essere curati, la tubercolosi rimane una delle minacce più gravi del pianeta.
Nel 2014, la tubercolosi ha ucciso 1,5 milioni di persone. Il bilancio comprende 890mila uomini, 480mila donne e 140mila bambini. La Tubercolosi si colloca oggi al fianco dell’Hiv come una delle principali cause di morte nel mondo.
Nel 2013, nei 53 Paesi membri della Regione europea dell’Oms, si sono ammalate di tubercolosi 360mila persone (1000 persone al giorno) e sono particolarmente preoccupanti gli alti tassi di tubercolosi resistente ai farmaci (Mdr-tb) soprattutto nei 18 Paesi “ad alta priorità”, dove ogni anno si verifica l’85% di tutti i nuovi casi.
Sebbene l’Italia rientri tra i Paesi a bassa incidenza, la tubercolosi rappresenta un problema prioritario per la sanità pubblica nazionale. Le persone a maggior rischio comprendono gli immigrati (provenienti spesso da aree ad alta endemia per Tb), i cittadini italiani oltre i 65 anni di età, le persone detenute e gli operatori sanitari. Inoltre, nelle grandi città metropolitane l’incidenza di Tb è fino a quattro volte maggiore rispetto alla media nazionale.
E’ in questo contesto generale che si colloca la ossigeno-ozono terapia, una pratica capace di contrastare anche le malattie resistenti ai farmaci. A questo proposito il professor Marianno Franzini, Presidente della Società Scientifica di Ossigeno Ozono Terapia (SIOOT), ci ha segnalato uno studio apparso sul The New York Medical Journal del 18 gennaio 1902.
Lo studio in questione redatto da Leux Curtis e intitolato “L’influenza dell’ozonizzazione elettrica sulle malattie” spiega che “la polarità, se non la prima fase dell’energia atomica, è certamente la manifestazione di quella più elevata forma di energia, da cui le forme organiche dipendono e che dicesi vita”. “L’ozonizzazione – continua il dott. Curtis – agisce direttamente sui bacilli tubercolari e li uccide, oppure è possibile anche che altera il substrato nutritivo di questi germi per cui essi muoiono”.
Il dott. Curtis rileva che “dall’osservazione degli espettorati di tubercolotici appare infatti come vada gradatamente diminuendo il numero di bacilli, in quelli sottomessi a questa cura. Gli effetti della ozonizzazione sulla pelle sono veramente sorprendenti. Uno dei primi segni di ritorno al normale è la comparsa del tono normale che le grandi placche oscure, conosciute come ‘cloasma ptisicorum’ scompaiono interamente come per influenza magica”.
L’efficacia di terapie di ossigeno ozono terapia nei confronti dei bacilli della tubercolosi ed in generale contro di ogni tipo di infezione, già nota oltre un secolo fa, potrebbe essere decisiva nel debellare la Tubercolosi sia nei Paesi sviluppati dove crescono i casi di resistenza ai farmaci, che nei Paesi poveri dove le condizioni igieniche sanitarie sono carenti.
*
Per ogni approfondimento: http://www.ossigenoozono.it/