L’esodo dei cristiani dalla Siria e i finanziamenti ai gruppi terroristici. Il Patriarca siro-ortodosso di Antiochia e tutto l’Oriente, Ignazio Efrem II, ha affrontato questi due temi nel corso della conferenza stampa che ha tenuto a Mosca, dove è in visita fino al 13 novembre e dove ha già incontrato il primate ortodosso russo Kirill e il ministro degli Esteri Sergei Lavrov.
Il leader religioso ha lanciato l’allarme su “una situazione molto allarmente”, ossia che il 30% cristiani siriani hanno lasciato il Paese, “alcuni sono fuggiti nei Paesi vicini e altri in Europa”. Il Patriarca ha ricordato – come riferisce AsiaNews – che essi “scappano dal terrorismo, da chi prova a privarle della loro casa, da chi cerca di cambiare il loro modo di vita”. Pertanto Efrem II ha sottolineato che le riforme in Siria non possono essere pagate a questo prezzo, che è “il prezzo della distruzione della Siria e del suo popolo”.
Distruzione a cui contribuisce chi alimenta il commercio di armi. Di qui l’invito agli “Stati Uniti e le altre potenze mondiali a fermare il flusso di finanziamenti alle organizzazioni terroristiche e gruppi estremisti”. Il Patriarca ha invece ringraziato la Russia per il suo intervento contro l’Isis al fianco delle truppe dell’esercito regolare siriano. “Crediamo che l’intervento della Russia con operazioni militari porterà speranza a tutto il popolo siriano – ha detto – come crediamo anche che il ruolo della Russia in Siria è un ruolo di pacificatore e l’obiettivo finale degli sforzi russi nella regione è quello di riportare la pace per tutto il popolo”.
Il Patriarca ha poi auspicato che “il risultato di questo sforzi sia che le parti in conflitto riescano a sedersi al tavolo dei negoziati e trovare una soluzione politica alla crisi”. Nuovi colloqui sono previsti a breve, di nuovo a Vienna. Il 12 o il 14 novembre la comunità internazionale dovrà stilare – secondo quanto riferito da Teheran e Mosca – una lista congiunta dei “gruppi terroristici” presenti nel Paese e di individuare i rappresentanti dell’opposizione siriana che possano avviare il dialogo politico con il Governo attuale.