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Da Firenze una lezione di umanesimo

Il Convegno Ecclesiale Nazionale si presenta come un’occasione per rendere i cattolici finalmente protagonisti del loro tempo

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I recenti fatti che attirano l’attenzione dei media sulla Chiesa, mettono in luce scandali e corvi, che evidenziano  la natura ferita degli uomini e le dinamiche tipiche di un mondo  carico di imperfezioni e di debolezze.

Malgrado questi problemi, la Chiesa riesce ugualmente a procedere lungo la sua celeste missione e a Firenze la Chiesa italiana si interroga sulle sfide per un nuovo umanesimo, animato dalla fede cristiana.

Appare all’orizzonte un altro “rinascimento” che ricalca il filone antico dell’esaltazione della “bellezza, cultura e carità” ed occorrono non solo nuove idee, ma persone vive che traducano la rinascita in positivi segni di progresso e di civiltà.

Negli ultimi tempi, l’annuncio cristiano è stato dominato da un processo di immanentizzazione dei problemi della Chiesa, orientati alla realizzazione di un paradiso di giustizia sociale, di lotta alla criminalità, alla povertà, al malcostume ed anche l’etica del lavoro si innesta alle problematiche ecologico-ambientali, che caratterizzano lo sconvolgimento climatico e le trasformazioni del Pianeta.

Con cadenza decennale la Chiesa si è interrogata su come testimoniare il messaggio cristiano nella società contemporanea. Il primo grande convegno è stato celebrato a Roma  nel 1976 sul tema Evangelizzazione e promozione umana. In risposta alle emergenze degli anni Settanta,  si è arrivati alla seconda tappa celebrata a Loreto nel 1985 sul tema Riconciliazione cristiana e comunità degli uomini, quindi a Palermo nel 1995 sul tema Il Vangelo della carità per una nuova società in Italia. Il quarto convegno ecclesiale si è svolto a Verona nel 2006 sul tema Testimoni di Gesù risorto, speranza del mondo, che ha segnato un nuovo impulso allo slancio missionario, scaturito dal cammino pastorale svolto dalla Chiesa italiana nel primo decennio del terzo millennio.

Il quinto convegno si svolge a  Firenze dal 9 al 12 novembre sul tema In Gesù Cristo un nuovo umanesimo ed è stato preparato attraverso un cammino di riflessione sui cinque verbi: “uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare”, espressioni indicative di azioni concrete  da compiere che sollecitano un cambiamento nelle modalità espressive, comunicative e di testimonianza del nuovo umanesimo cristiano, quale segno di presenza viva della  Chiesa nel territorio.

L’attenzione verso i padri separati, come avvenuto a Fano, l’utilizzazione dei beni confiscati alla mafia per l’accoglienza ai ragazzi disadattati e gradualmente reinseriti nel lavoro, l’attivazione di una tv diocesana che ascolta e dà voce alle esigenze della gente comune che sollecita servizi e attenzione, sono alcune delle interpretazioni operative dei verbi indicati come traccia per  il   rinnovato umanesimo.

Si attendono da Firenze non solo parole ma segni di una nuova e vera “sensibilità ecclesiale”, risposta concreta a quanti hanno smarrito il senso di Dio e dei valori dell’umanesimo, che coincidono con quelli cristiani: l’amore, il rispetto, la libertà, la legalità, la giustizia sociale.

La crisi contemporanea e le nuove ideologie, che sostengono modi e stili di vita definiti “aperti, moderni, progressisti” hanno fatto perdere ai valori, preziosi ieri e sempre, l’originario smalto dell’effettiva essenza. Spesso i valori vengono barattati con dei surrogati di facile consumo, nella prassi dell’usa e getta o dello scarto di ciò non che risponde agli interessi del singolo, inglobando, a volte, in questa operazione di scarto, anche la persona e la dimensione umana.

L’uomo di oggi ha bisogno, ancora una volta, di una nuova evangelizzazione che porti il Vangelo al centro del suo cuore e promuova segni di vera carità, anche intellettuale, capace di ripensare e di riorientare il progetto culturale in senso cristiano.

Come è stato dichiarato in merito alla questione dell’ISIS, la risposta vincente alla piaga sociale che semina morte e distruzione è da ricercarsi nel potenziamento della cultura, valorizzazione di principi e valori che la storia  ci ha donato e che ora più che mai occorre valorizzare e custodire.

Il nuovo umanesimo nel segno del Cristo, rende visibile la Chiesa, presente nella storia, e trasforma la vita dei giovani protagonisti del cambiamento, proiettandoli verso nuovi sentieri di speranza.

Come ha dichiarato mons. Nunzio Galantino, segretario della CEI,   occorre “prendere coscienza di una cosa: che esistono impegni straordinari, esempi straordinari non inventati oggi con Papa Francesco, ma esempi di uomini, donne, sacerdoti e laici che lavorano per dare dignità alla persona”. Il ricordo dei testimoni storici, esempi e modelli di carità, e l’ascolto dei nuovi testimoni, che scrivono pagine di servizio nella storia della società contemporanea, dovrebbe accompagnare e guidare il cammino della Chiesa di oggi. Non basta, infatti, enunciare tematiche e principi valoriali, occorre operare e tradurre in segni concreti la sfida per un nuovo umanesimo.

Alle parole di Firenze, occorre che seguano i fatti, compiuti da uomini veri, andando ben oltre la metamorfosi teologico-pastorale che ha  disseminato cocci di sconcezze e debolezze  umane .

I cattolici di oggi, invitati ad essere più “adulti” e più “attenti alle sollecitazioni della storia”, sanno bene che la Chiesa non può essere considerata come una ONG, con annessi consiglio di amministrazione e rendicontazione economica, ma è maestra di Verità, timor di Dio, e tende alla salvezza delle anime. Questo è il vero “bilancio” della Chiesa, risposta all’uomo in cammino nella storia. Tutto ciò non è un’utopia, ma una sfida da saper cogliere, guardando sempre avanti.

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Giuseppe Adernò

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