Oggi, 6 novembre ricorre la memoria liturgica dei beati martiri spagnoli Padre Ricardo Gil Barcelón e Antonio Arrué Peiró.
Il 20 ottobre 2013, a Tarragona in Spagna, furono beatificati 522 martiri della persecuzione religiosa attuata in Spagna dal 1936 al 1939. Tra di essi vi erano anche gli orionini Padre Riccardo Gil Barcelón e il postulante Antonio Arrué Peiró. Furono arrestati e uccisi in odio alla fede, senza alcun altro pretesto, il 3 agosto 1936, sulla spiaggia del Saler a Valencia.
Il martirio di Padre Ricardo Gil e del giovane Antonio si colloca entro il quadro della rivoluzione spagnola, nella quale la persecuzione religiosa è un capitolo specifico e non riducibile ai contrasti politici. Furono uccisi in odio alla fede che si voleva estirpare dalla Spagna. Don Orione seguì con molta partecipazione le vicende della Spagna: “Tristissima realtà, sotto gli stessi nostri occhi. Perché tutto questo? Perché manca la carità, che Gesù Cristo è venuto a portare sulla terra”.
Per Padre Ricardo e il postulante Antonio, il martirio non fu un atto eroico e isolato, ma il sigillo di tutta la loro vita spesa in generoso e continuo sacrificio di fede e di carità.
Padre Gil fu, innanzitutto, martire della carità per la generosa e radicale donazione ai poveri che egli visse durante tutta la sua vita, in Italia e a Valencia. Restò al suo posto, e non fuggì nascondendosi durante la persecuzione, proprio per la carità verso i poveri. Con lui anche il giovane Antonio Peirò, che ne seguì, fino alla fine, l’esempio.
“Padre Ricardo e Antonio sono due testimoni della fede inseriti nel corteo dei martiri cristiani della Chiesa spagnola, protagonista di una delle testimonianze più eroiche e compatte della storia – ha scritto lo storico Vicente Cárcel Ortí -. Né P. Ricardo, né Antonio, e nessuno delle altre migliaia di martiri durante la guerra civile del 1931-1939, fecero guerra a qualcuno: furono vittime innocenti, fedeli a Cristo. Così li riconosce la Chiesa nel beatificarli”.