Come la strada che conduceva da Gerusalemme a Gerico, anche i nostri grigi marciapiedi sono infestati di miserabili ridotti all’indifferenza dei più. Ma proprio come accade nel brano evangelico scritto da San Luca, c’è sempre qualcuno pronto a chinarsi sulla sofferenza e sulla solitudine altrui. Sono i “buoni samaritani di oggi”, che il Papa vede negli aderenti e nei volontari del Movimento per la Vita e dei Centri d’Aiuto alla Vita, ricevuti stamattina in Udienza nella Sala Regia del Palazzo Apostolico in occasione del 35esimo Convegno nazionale dei Cav.
Accolto tra applausi scroscianti, Francesco ha incoraggiato questa struttura del Mpv (nata nel 1975) a proseguire l’impegno “in favore della vita dal concepimento al suo naturale tramonto”. Il Pontefice ha quindi ribadito che la difesa della vita nascente e l’accoglienza “degli esseri deboli che ci circondano” non possono prescindere l’una dall’altra. Ricordando che “nelle dinamiche esistenziali tutto è in relazione”, ha sottolineato infatti che “occorre nutrire sensibilità personale e sociale sia verso l’accoglienza di una nuova vita sia verso quelle situazioni di povertà e di sfruttamento che colpiscono le persone più deboli e svantaggiate”.
Francesco ha posto l’accento non solo sull’aspetto sociale, ma anche su quello spirituale dell’impegno di Mpv e Cav. “Per i discepoli di Cristo – la sua osservazione – aiutare la vita umana ferita significa andare incontro alle persone che sono nel bisogno, mettersi al loro fianco, farsi carico della loro fragilità e del loro dolore, perché possano risollevarsi”. Poveri, malati, disoccupati, anziani soli, giovani “minacciati dalle dipendenze e da altre schiavitù”: è lungo l’elenco sciorinato dal Vescovo di Roma, di persone “ferite nel corpo e nello spirito”.
Costoro rappresentano, per il Santo Padre, le “icone di quell’uomo del Vangelo che, percorrendo la strada da Gerusalemme a Gerico, incappò nei briganti che lo derubarono e lo percossero. Egli sperimentò prima l’indifferenza di alcuni e poi la prossimità del buon samaritano”. Il Papa ha ricordato che “su quella strada, che attraversa il deserto della vita, anche nel nostro tempo ci sono ancora tanti feriti, a causa dei briganti di oggi, che li spogliano non solo degli averi, ma anche della loro dignità”.
Di fronte a cotanta sofferenza, “alcuni si voltano dall’altra parte o vanno oltre – il suo commento – mentre altri si fermano e rispondono con dedizione generosa al loro grido di aiuto”. Risposta che giunge forte e chiara dalle voci dei volontari dei Cav. “Voi – ha esclamato il Papa riferendosi ai presenti – in quarant’anni di attività avete cercato di imitare il buon samaritano. Dinanzi a varie forme di minacce alla vita umana, vi siete accostati alle fragilità del prossimo, vi siete dati da fare affinché nella società non siano esclusi e scartati quanti vivono in condizioni di precarietà”.
Il Papa ha quindi lodato “l’opera capillare dei Centri di Aiuto alla Vita”, i quali in tutta Italia costituiscono “occasione di speranza e di rinascita per tante persone”. Ringraziando i presenti per “il bene che avete fatto e che fate con tanto amore”, li ha dunque incoraggiati “a proseguire con fiducia su questa strada, continuando ad essere buoni samaritani”.
Due sono gli aspetti che, soprattutto, ha voluto indicare il Papa in quanto meritevoli di perseverante lavoro. “C’è bisogno di lavorare, a diversi livelli e con perseveranza, nella promozione e nella difesa della famiglia, prima risorsa della società, soprattutto in riferimento al dono dei figli, e all’affermazione della dignità della donna”, ha detto.
A questo proposito, ha elogiato che un “numero rilevante di donne, specialmente immigrate”, trovano un sostegno concreto nei Cav. Del resto la donna – la considerazione del Pontefice – “è in grado di far trionfare dentro di sé il senso dell’amore, della vita e della maternità”. E questo – ha aggiunto – “nonostante problemi e condizionamenti”.
Infine, nel salutare la gremita assemblea, il Papa si è detto certo che l’attività di Mpv e Cav riceverà “uno speciale beneficio” dall’imminente Anno Santo della Misericordia. “Esso sia per voi – ha concluso – forte stimolo al rinnovamento interiore, per diventare ‘misericordiosi come è misericordioso il Padre nostro’ (cfr Lc 6,36).