Nanni, entrato in possesso d’una sfacciata vincita a totocalcio, stordito, ubriacato da tanta fortuna, non la seppe gestire, né controllare.
Dall’eccesso di miseria e di abbandono passò ad una esistenza di sperpero, di eccessi e di follie d’ogni genere, sempre in ricerca di felicità.
Aveva conosciuto prima la miseria della vita senza soldi, sperimentò poi anche la più amara miseria schiavizzante, avvilente e deludente della ricchezza incontrollata.
Deluso di tutto, mentre toccava il fondo dell’avvilimento fisico e morale, una luce brillò: si ricordò che “c’è più gioia nel dare che nel ricevere”. Fu la conversione: scoprì finalmente l’uso retto del denaro; chiunque ricorreva a lui ne lodava la grande generosità.
Ora, finalmente, la sua immensa ricchezza consisteva per lui nella gioia di poter donare. Condivise appieno la storia del pazzerello d’Assisi.
Da San Francesco seppe che Dio, onnipotente, creatore del cielo e della terra, era suo padre. Si liberò di tutto, non trattenne nulla ed elargì tutto ai poveri. Quel suo dare tutto a chi ne avesse bisogno, lo faceva l’uomo più ricco e felice della terra.
Ciao da p. Andrea
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