Quando, a Natale, contempliamo la sua venuta tra di noi, vediamo questo Dio-bambino che ci chiede di lasciarlo entrare nella nostra vita, nella nostra stalla. Prima di entrare non chiede se la stalla è pulita; vuole semplicemente che lo si lasci entrare. “Lasciatevi amare, lasciatevi riconciliare”.
Lui solo sa come fare le nostre pulizie, lui solo sa valutare ciò che siamo e come valorizzare ciò che noi col nostro metro avremmo scartato.
Sbigottiti, ci sentiamo al centro delle sue attenzioni e anche per noi, ogni volta che ci lasciamo riaccogliere, ripete ai suoi servi: presto, portate le vesti più belle, i profumi più ricercati, mettetegli l’anello al dito, uccidete il vitello più grasso. Facciamo festa!
Mi colpisce il momento dell’abbraccio tra la mamma e il suo bambino che, in disordine com’è, si lascia raccogliere dalla culla. È il momento della festa di chi ama e di chi si lascia amare. È il momento della gioia di chi perdona e di chi si lascia perdonare: “C’è più gioia in cielo, in Dio, per uno che, pentendosi, si lascia perdonare”.
“Gli corse incontro e lo baciò.”
Ciao da p. Andrea
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