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Scola: "La santità è speranza per il mondo"

L’arcivescovo di Milano ha celebrato ieri in Duomo la Messa per Ognissanti: “Expo può ridare il gusto della cittadinanza se insistiamo su lotta a povertà e accogliamo chi ha bisogno”

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Il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, ha celebrato ieri, domenica 1° novembre, in Duomo la Messa nella solennità di Tutti i Santi. Nella sua omelia, parlando del senso di questa festa, ha spiegato che “la redenzione di Cristo ci raggiunge non di rado nella tribolazione dell’esistenza quotidiana”. “A volte – ha detto il porporato – quando pensiamo ai santi, immaginiamo un’esistenza intessuta di gesti eroici, inimitabili per quanto possano essere fonte di ammirazione. La festa odierna smentisce totalmente quest’immagine”. Si fa riferimento “non solo, né soprattutto al martirio del sangue, ma al martirio del quotidiano – il martirio della pazienza – che è per tutti – ciascuno nelle sue particolari condizioni – e non è meno drammatico, perché mette in gioco fino in fondo la nostra libertà”.

“Ecco il segreto della santità cristiana: di quella straordinaria e di quella quotidiana”, ha detto Scola. “Una santità che è fonte di speranza per il mondo. Uomini e donne, attraversati dalla consapevolezza dell’amore di Cristo, diventano fattivi operatori di pace e di misericordia nelle nostre società e culture. E tutti noi sappiamo quanto nella nostra Italia ci sia bisogno di tali protagonisti a tutti i livelli, soprattutto nella vita pubblica”.

L’arcivescovo ha quindi applicato questo “segreto” all’evento che in questi mesi ha segnato la vita di Milano e del Paese e che ha visto anche la Chiesa protagonista: “Ieri (sabato 31 ottobre) abbiamo concluso Expo 2015 – ha ricordato un grande gesto che può ridare il gusto della cittadinanza comune soprattutto se insistiamo su temi decisivi come la lotta alla povertà, la sconfitta della fame nel mondo, la richiesta di un più giusto rapporto tra economia di produzione ed economia finanziaria, una giustizia piena di equità, un nuovo stile di cittadinanza che sappia accogliere persone che vengono a noi per bisogno e dal bisogno”.

Infine un pensiero particolare per “i nostri fratelli cristiani del Medio Oriente. Molti di loro per la fedeltà a Cristo hanno perso tutto, anche la vita. Essi vengono a noi in tutto lo splendore della loro testimonianza di confessori della fede. Edificano la nostra fede e ci richiamano alla conversione. Domandano preghiera costante e aiuto effettivo”.

Nel pomeriggio, il cardinale ha presieduto la Santa Messa per i defunti nel Cimitero Monumentale di Milano.

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ZENIT Staff

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