The Art of the Brick

The Art of the Brick

Quando il lego diventa un’opera d’arte

Fino al 14 febbraio a Roma, The Art of the Brick di Nathan Sawaya: 80 sculture ottenute grazie a un milione e mezzo di mattoncini, tra inediti e rivisitazioni di capolavori immortali, dalla Gioconda alla Venere di Milo

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The Art of The Brick, un milione e cinquecento mattoncini di lego per 80 opere d’arte: dai due metri del tirannosauro Rex al Partenone, fino a vere e proprie creazioni inedite. Monumenti, icone della cultura pop, da Bob Marley ad Andy Warhol, realizzati da Nathan Sawaya, ex avvocato, oggi artista statunitense di fama mondiale, per la prima volta in Italia, con la sua mostra The Art of the Brick (l’arte dei mattoncini),  fino al 14 febbraio presso lo Spazio Eventi Set, in via Tirso 14, in Roma.
Una rassegna acclamata dalla stampa internazionale: “imperdibile”, per il New York Post, tra le “10 mostre immancabili” per la CNN,  “dalla giocosità contagiosa” per il New York Times. Un allestimento tridimensionale e brioso che farà la felicità degli adulti, ma anche dei bambini, con workshop e spazi ad hoc per giocare e dare libero sfogo alla creatività, secondo la filosofia dell’artista.
“L’arte non è un optional” è, infatti, il motto di Sawaya, che ha fondato in America The art revolution foundation, per diffondere laboratori di arte nelle scuole primarie e secondarie statunitensi.  L’attitudine artistica in Nathan si è infatti manifestata sin dall’infanzia, avallata sia dalla scuola che dalla sua famiglia. Un talento che ha alimentato con costanza e dedizione finora: da semplice passatempo sino a farne una vera e propria professione.
È il 2002 l’anno della svolta: il crash per sovraccarico del suo sito Internet, dove Sawaya esibiva le sue opere in Lego, lo induce a ripensare la sua stessa vita e ristabilirne l’ordine delle priorità. Sarà allora che il promettente avvocato lascerà la scrivania per ricominciare dai lego e dai sogni dell’infanzia.
Una scelta apparentemente azzardata che si è rivelata essere la più giusta. Dal debutto con la sua prima personale nel 2007, alle numerose opere commissionate dai musei e dai privati, ai milioni di biglietti venduti in tutto il mondo, dall’Australia a Parigi con The Art of the Brick.
Si potrebbe affermare che Nathan Sawaya è l’“Andy Warhol del terzo millennio”, con la sua capacità di reinterpretare la realtà e i miti del nostro tempo, giocando con lo star-system (memorabile la collaborazione con Lady Gaga, che nel videoclip Guy, dà il volto alla scultura Yellow) e con la sacralità del patrimonio artistico. Un modo per i più piccoli di imparare l’arte classica divertendosi e offrire agli adulti un eccentrico rovesciamento di prospettiva.
Degno di menzione è Fabio di Gioia, già curatore dell’acclamata The Body Worlds, che ha saputo offrire all’Italia, un talento conteso come Nathan Sawaya e cogliere nei suoi capolavori, la genialità dell’unicità.
The Art of the Brick propone più di 80 sculture tra riproduzioni e inediti. Dalla Gioconda di Da Vinci, alla Venere di Milo, a Il Bacio di Klimt e Il pensatore di Rodin alle originali Yellow e Swimmer: autentica espressione di raro genio e sensibilità. Un’esperienza multisensoriale inedita per accostarsi all’arte, con gli occhi di un bambino e lo sguardo ironico dell’adulto.
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The Art of The Brick
di Nathan Sawaya
Dal 28 ottobre 2015 al 14 febbraio 2016, presso Spazio Eventi Set, Via Tirso 14, Roma
 
 
 
 
 
 
 
 

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Rita Ricci

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