Allyson è una casalinga che si deve occupare dei tre figli piccoli, mentre il marito è spesso in viaggio per lavoro. A causa dei numerosi guai che combinano i suoi tre pargoletti, Allyson crede di non riuscire a fare niente bene ed è alquanto depressa. Cerca di scrivere un blog per distrarsi ma non riesce a concentrarsi. Alla fine decide di concedersi un sabato sera tutto per se uscendo con altre due amiche: Sondra, moglie di un pastore evangelico, che ha una ragazza adolescente e Izzy che ha un marito poco adatto a badare ai figli.
Allyson esce di casa senza troppa convinzione e in effetti, i tre mariti rimasti a casa non sono all’altezza del loro compito. Anche le tre donne finiscono per mettersi nei guai perché si sono messe in testa di aiutare l’amica Bridget, la quale deve lavorare anche di sera e ha lasciato suo figlio in custodia al suo ex fidanzato, che ha sua volta lo ha lasciato in un locale per tatuaggi…
I primi 20 minuti di questo film faranno sicuramente arrabbiare molte donne. La protagonista, Allyson, si sente una casalinga depressa e fin qui niente di nuovo, ma il modo con cui viene descritta risulta un cumulo di ovvietà, espressione di uno stereotipo che sembrava ormai superato: quello della donna insicura, sopraffatta dai mille impegni quotidiani, che teme di non essere all’altezza del suo compito di madre, maniaca delle pulizie di casa e bisognosa delle braccia forti e rassicuranti del marito-vero uomo. Anche la descrizione dei figli pestiferi è priva di personalità: un accumulo di ovvietà del tipo mettersi a disegnare sui muri o giocare a fare i cuochi in cucina.
Le altre donne di questo disastroso saturday night sono leggermente più realistiche, come Sondra, la moglie del locale pastore evangelico, che deve contenere le insistenze della figlia adolescente desiderosa di partecipare a un rave oppure come Bridget, ragazza madre, che ha accettato un lavoro serale in un locale di Bowling e non sa a chi affidare il suo bambino. Per fortuna il film ha il piglio di una comicità demenziale, non si prende molto sul serio e si muove brioso fra un disastro e l’altro, fino all’inevitabile lieto fine.
Questo film, presentato nelle sale statunitensi a maggio del 2014, è ora disponibile in DVD in italiano è stato etichettato come Christian movie. In effetti i registi sono i fratelli gemelli Andrew e Jon Erwin, dei quali abbiamo già presentato Fireprof, October Baby, Facing the Giants, Flywhell.
In particolare Courageous aveva già affrontato il tema della paternità, mostrando, nelle storie parallele di quattro famiglie, gli effetti deleteri della mancanza della figura paterna. Era quindi ormai tempo di affrontare il tema, molto ampio ma entusiasmante, della maternità in un’ottica cristiana.
A differenza di Courageous, che non era riuscito ad evitare un certo tono predicatorio, qui il tema della fede ben si armonizza con il contesto narrativo e si arriva al punto focale del film in modo insolito, attraverso un colloquio disteso fra Allyson e Bones, un gigante pieno di tatuaggi che cavalca una Harley Davidson ma buono di natura.
Ad Allyson che si sente una fallita in tutto, Bones ricorda che tutti trovano il loro posto nella creazione, dagli uccelli che fanno il nido sui rami degli alberi alle aquile che volano fra le cime più alte e che Dio si prende cura di tutti: bisogna semplicemente essere se stessi, senza criticarsi continuamente e lasciare che Dio faccia il resto. Alla fine Allyson non modificherà la sua vita ma imparerà a scoprire la bellezza delle piccole cose di ogni giorno nell’educazione dei suoi figli.
Il tema della maternità e in generale della vita di famiglia oggi è quanto mai ampio ma non sembra interessare i media, se non casi isolati come questo.
Si potrà obiettare che la realtà più frequente oggi sia quella di un padre e una madre che lavorano entrambi e rischiano e di non riuscire a prendersi cura a sufficienza dei figli; che le donne d’oggi non sono così incerte e lamentose come la protagonista di questo film, ma sanno affrontare con coraggio le loro responsabilità familiari.
Tutto vero, ma in fondo non sono stati certo più realisti altri lavori come la fiction Desperate Housewives dove il problema principale delle protagoniste era decidere chi avrebbero ospitato nel loro letto quella sera o Modern Family, che si divertiva a mostrare come la famiglia sia ormai diventata un aggregatore dalle forme e dai confini molto incerti.
Alla fine l’espressione “la mano che fa dondolare la culla è la mano che governa il mondo” detta alla fine del film è forse un po’ enfatica ma neanche falsa.
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Titolo Originale: Mom’s night out
Paese: USA
Anno: 2014
Regia: Andrew Erwin , Jon Erwin
Sceneggiatura: Jon Erwin, Andrea Gyertson Nasfell
Durata: 98
Interpreti: Sarah Drew, Sean Astin, Patricia Heaton