Famous icon of Andrej Rublev with the three angels at Mamre

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L’ospitalità e la Trinità

Una meditazione sull’epifania di Mamre

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L’ospitalità è un esercizio sublime dell’amore, che è compimento della legge (cf. Rm 13,10), ed è uno specchio dell’essenza stessa di Dio che è amore (cf. 1Gv 4,8). Nell’esercizio dell’amore ospitale, noi dimoriamo in Dio e Dio dimora in noi (cf. 1Gv 4,16). Per questo «nella virtù di carità la vita dell’uomo in qualche modo si identifica di fatto alla vita divina e l’uomo stesso diviene simile a Dio… Abramo vede Dio, perché è simile a Lui. È precisamente il suo amore puro e generoso per gli uomini che gli fa riconoscere sotto il loro aspetto, il suo Dio».

L’ospitalità dell’amore fa parte della realtà stessa di Dio. «Dio è in sé e per se stesso: ospite e antagonista, padre e figlio, spazio di avversità e di ospitalità». La differenza nel Dio Tri-uno non conduce all’in-differenza, ma alla circumincessio e alla “danza”; non conduce all’ostilità ma all’ospitalità. L’Altro non suscita in Dio allergia, ma piuttosto allegria, diventa l’allegria stessa: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento» (Mt 3,17). In Dio, l’alterità non è semplicemente tollerata, ma è generata (il Figlio); l’altro non incupisce l’orizzonte, ma lo costituisce, diventa il Soffio e il respiro della relazione d’amore (lo Spirito Santo).

L’ospitalità manifesta la Trinità, ma la Tradizione cristiana antica ha voluto andare ancora oltre parlando di epifania trinitaria nell’ospitalità di Abramo a Mamre (cf. Gen 18). Lo stesso Ambrogio commenta l’inizio del racconto così: «E volgendo lo sguardo – è detto – vide, ed ecco tre uomini stavano in piedi davanti a lui. E, appena li vide, corse loro incontro. Osserva in primo luogo il mistero della fede: gli apparve Dio ed egli vide tre persone. Colui al quale Dio si manifesta vede la Trinità (cuius Deus refulget Trinitatem videt): non accoglie il Padre senza il Figlio né professa il Figlio senza lo Spirito Santo». In un altro testo il santo di Milano scrive: «Abramo vide la Trinità sotto figura…accorgendosi di tre persone e adorandone una sola. Vede tre, ma venera l’unità».

L’ospitalità è una categoria che riassume l’esperienza religiosa, quella cristiana in particolare. Ha inizio con l’accoglienza dell’anelito di Dio che c’è in noi, il “cuore inquieto” che richiama l’Amato. Prosegue con tutta l’esperienza di ospitalità reciproca tra l’uomo e Dio attestato nella Scrittura, culminando, infine, nell’accoglienza del Dio-Ospite-Ostia.

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Il presente articolo è estratto dal libro Alla presenza di Dio. Per una spiritualità incarnata, Il pozzo di Giacobbe, Trapani 2015.

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Robert Cheaib

Docente di teologia presso varie università tra cui la Pontificia Università Gregoriana e l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Svolge attività di conferenziere su varie tematiche che riguardano principalmente la pratica della preghiera, la mistica, l’ateismo, il rapporto tra fede e cultura e la vita di coppia. Gestisce un sito di divulgazione teologica www.theologhia.com. Tra le sue opere recenti: Un Dio umano. Primi passi nella fede cristiana (Edizioni san Paolo 2013); Alla presenza di Dio. Per una spiritualità incarnata (Il pozzo di Giacobbe 2015); Rahamim. Nelle viscere di Dio. Briciole di una teologia della misericordia (Tau Editrice 2015); Il gioco dell'amore. 10 passi verso la felicità di coppia (Tau Editrice 2016); Oltre la morte di Dio. La fede alla prova del dubbio (San Paolo 2017).

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