Dimmi chi cerchi e ti dirò dove vai, come vivi e dove stai.
L’altro ieri cercavo Giacomo, detto il corridore. Per poter scambiare una parola con lui ho dovuto mettermi al ritmo dei suoi passi. Per parlare con Severino, devo invece fermarmi, perché lui non parla se non fermo o seduto.
Voglio stare o muovermi in Dio e con Dio? Non sono io a stare al suo passo, non devo io adeguare la mia velocità alla sua, ma è Lui a farsi talmente uno con me, che non importa se sono fermo o in movimento.
La vita eremitica è la vita apparentemente ferma: sempre chiuso nello stesso ambiente, sempre con le stesse persone. Sembrerebbe una vita “incantata” in Dio.
Fissarsi in Dio è condurre vita contemplativa, quieta, quasi immobile; ma lo stesso incanto la trasforma in massima attività perché fissata nell’Immenso che è presente in tutti e in ogni parte del mondo. Ti sorprendi attivo nella massima quiete, ma anche immobile nella più frenetica attività.
Per avere un’idea della tranquillità attiva, osserva la vita dell’acquario.
Quei pochi pesci, in quel breve metro cubo li contempli quasi estatici, contenti di ciò che hanno e li circonda. Non hanno niente, ma possiedono tutto.
Possiedono il mare nel minimo spazio indispensabile. Un acquario sembra ripeterti: “a chi ha Dio, nulla manca”.
Il rimanere nel Suo Amore ti assicura la massima quiete che ti spinge alla massima attività perché il tuo rapporto con il prossimo è colorato dalle mille sfumature della Carità.
Ciao da p. Andrea
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