Poche, in effetti, le modifiche nello statuto, che lascia intatto regolamento e funzionamento delle pensioni. Si tratta piuttosto di “ridefinire con alcuni ritocchi lo Statuto, in relazione alla nuova organizzazione della Santa Sede”, come ha rimarcato il direttore della Sala Stampa vaticana.
Il quale ha tuttavia sottolineato le piccole novità apportate dal nuovo statuto. A cominciare dalla scelta della dirigenza del Fondo, che cambia totalmente, orientata a criteri di trasparenza e qualità professionale. La prima modifica riguarda la nomina del presidente: se prima tale carica era assegnata “in modo automatico” al presidente dell’Apsa ( Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica), ora è nominata direttamente dal Papa sulla base di una terna proposta dal Consiglio per l’economia. L’incarico dura cinque anni, ed è rinnovabile una sola volta.
Per quanto riguarda, invece, il Consiglio d’Amministrazione, esso sarà composto da undici membri, tra i quali quattro esperti in materia assicurativa e di gestione dei fondi pensioni o di fondi patrimoniali, provenienti da diversi Paesi nominati dal Consiglio per l’economia, come recita l’articolo 6. A questi, si aggiungono quattro membri esperti in campo amministrativo, designati rispettivamente dal prefetto di Propaganda Fide; dal presidente della Commissione per lo Stato della Città del Vaticano; dal presidente dell’Apsa e dal presidente della Fabbrica di san Pietro, nominati dal Segretario di Stato, dopo aver sentito il prefetto della Segreteria per l’Economia.
Un’ultima novità, infine, è che saranno due membri – e non più uno come in passato – a essere scelti e nominati dal Segretario di Stato in rappresentanza degli iscritti e dei pensionati del Fondo. “I membri – si legge nel Motu Proprio – sono nominati ad quinquennium e possono essere rinnovati per un altro mandato. Le procedure per la designazione dei membri devono iniziare almeno tre mesi prima della prevista scadenza. In caso di cessazione o decadenza dei componenti del Consiglio di Amministrazione, anche per assenza ingiustificata a tre sedute consecutive, o per perdita della qualità che ha determinato la nomina, si procede negli stessi modi alla sostituzione per il periodo di tempo rimanente del mandato.
Insomma, come diceva padre Lombardi, “sono ritocchi nello Statuto, ma il regolamento generale che disciplina le pensioni rimane lo stesso”, e, per ora, su questo “non c’è alcuna novità”. Esso, afferma il Motu Proprio, “resta in vigore, nella misura in cui non risulti in contrasto con lo Statuto revisionato, e fino ad emanazione di nuove norme”.