Dopo neanche una settimana dall’attacco suicida del 22 maggio scorso, un nuovo attentato terroristico scuote l’Arabia Saudita. Vittima, ancora una volta è la minoranza sciita. Come riferito da fonti locali, durante la tradizionale preghiera comunitaria del venerdì, un kamikaze ha cercato di lanciarsi con un’autobomba nel parcheggio della moschea Annud a Dammam, capoluogo della provincia orientale di al-Sharqiyya, la più ricca area di petrolio al mondo.
Quattro i morti – come confermato dal Ministro dell’Interni – durante l’attacco, rivendicato subito dopo dallo Stato Islamico. Stando ai racconti di testimoni oculari, si è evitata una strage grazie ad un addetto che, rendendosi conto delle intenzioni del kamikaze, ha tentato di fermarlo. L’attentatore, a quel punto, ha fatto esplodere l’auto e nella deflagrazione sarebbero morti entrambi.
L’assalto del 22 maggio era invece avvenuto all’interno della moschea sciita nel villaggio di al-Qadeeh, alle porte di al-Qatif, dove un uomo si era fatto saltare in aria mentre i fedeli erano raccolti in preghiera. 22 le persone rimaste uccise, e centinaia ferite. Il colpo era stato rivendicato il giorno stesso dai jihadisti, attraverso un comunicato difuso su alcuni account twitter vicini ai miliziani.
Il fantasma dell’Isis sembra aleggiare anche sulle due potenti esplosioni, avvenute stanotte quasi contemporaneamente Baghdad, nei parcheggi di due lussuosi alberghi. Sono dieci le persone morte e una trentina i feriti. Il quartiere dove sono avvenute le deflagrazioni ospita anche gli uffici di molti organi di stampa stranieri e numerosi locali particolarmente frequentati all’ora degli attentati, intorno alla mezzanotte.
Secondo le ricostruzioni delle forze dell’ordine, la prima esplosione ha colpito l’hotel Babil, uccidendo sei persone e ferendone altre quindici ferite. Dopo circa un minuto, nel parcheggio del Cristal (ex Sheraton), è esplosa l’altra bomba, che ha provocato la morte di quattro persone, ferendone una.
Al momento non sono giunte rivendicazioni, ma diversi organi di stampa affermano che ci sia la mano dell’Isis dietro questi due attentati, ricordando che da settimane grava su Baghdad la minaccia dello Stato islamico, che aveva annunciato di voler far marciare le sue milizie sulla capitale dopo la vittoria a Ramadi.