Al termine della Udienza generale, durante i saluti ai pellegrini nelle varie lingue, il Papa ha rivolto un pensiero speciale ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. “Ieri ricorreva la memoria di San Filippo Neri, di cui celebriamo il quinto centenario della nascita”, ha ricordato il Pontefice. “La sua attenzione per l’oratorio stimoli voi, cari giovani, a testimoniare con gioia la fede nella vostra vita; il suo abbandono in Cristo Salvatore sostenga voi, cari ammalati, nei momenti di maggiore sconforto; e il suo apostolato nelle periferie inviti voi, cari sposi novelli, a sostenere i più deboli e bisognosi della vostra famiglia”.
In italiano, Francesco ha salutato poi i cresimandi della diocesi di Teggiano-Policastro, accompagnati dal vescovo Antonio De Luca; i partecipanti al Convegno del Movimento Apostolico e al simposio L’arte: luce di Dio; e i fedeli di Cascia e Norcia, insieme all’arcivescovo di Spoleto mons. Renato Boccardo. Un saluto anche agli studenti dell’Istituto Santa Maria di Roma, che ricordano i 125 anni di attività didattica; alla Fondazione Centesimus Annus pro Pontifice e ai militari di Napoli e Salerno. A tutti il Papa ha detto: “La visita alla Città Eterna in questo mese mariano vi aiuti a riscoprire il senso cristiano della festa come momento di incontro con Dio e di comunione con i fratelli”.
Un momento significativo è stato il breve incontro con una delegazione dell’associazione Meter di Avola, fondata nel 1986 da don Fortunato di Noto, per lottare contro la pedofilia e lo sfruttamento dei bambini (leggi
qui), grazie alla quale Francesco ha potuto salutare un bambino vittima di abusi. “Per tutti noi – ha spiegato don Di Noto – l’accoglienza e la benedizione del Papa sono un incoraggiamento a proseguire nel nostro servizio” che, come suggerisce la stessa parola greca «meter», è dedito alla “accoglienza”, alla “protezione” e “accompagnamento”.
A ricevere l’abbraccio di Papa Francesco anche un ergastolano in carcere da 26 anni, Antonio Terracina, il primo ad aver ottenuto la libertà vigilata in Molise. Ad accompagnarlo – riferisce L’Osservatore Romano – don Benito Giorgetta, presidente dell’associazione Iktus, venuto da Termoli per far benedire al Papa la prima pietra della cappella della Vergine dell’accoglienza, cuore della casa dove vengono ospitati figli di detenuti, ragazze madri e bambini abbandonati.
Al Pontefice è stata anche presentata l’attività dell’associazione cattolica parigina Aux captifs, la libération che sostiene le persone che vivono in strada, senza fissa dimora, ex detenuti e prostitute. Il Papa ha poi incoraggiato il servizio dei quaranta giovani di Palestrina che sono vicini ai bambini ammalati attraverso la clown-terapia e benedetto la nuova lampada che subito dopo l’udienza è stata collocata sulla tomba di Paolo VI nelle Grotte vaticane, in sostituzione della precedente in terracotta.
La lampada, in ferro della Val Trompia — la zona dove sorge Concesio, paese natale di Montini — è opera dello scultore Lino Sanzeni e rappresenta due cuori intrecciati. A donarla è l’associazione bresciana Cuore amico-fraternità onlus. “È un omaggio semplice, ma pensato con l’intelligenza e con il cuore”, spiega al quotidiano vaticano il presidente don Armando Nolli.
Infine il Papa ha accolto una delegazione di storici dell’arte di 17 Paesi, a Roma per una conferenza internazionale che vuole rilanciare “il ruolo dei beni culturali come strumento di dialogo per la pace”. Questi hanno consegnato a Francesco il “manifesto delle nazioni” che vuole, appunto, rimarcare “la centralità della cultura come linguaggio universale fra i popoli”. A organizzare la conferenza è la fondazione Foedus. Tra i presenti anche rappresentanti dell’Ermitage di San Pietroburgo e dei musei viennesi e statunitensi.