Lo spettro di una nuova guerra sulla Striscia di Gaza si è ripresentato nelle prime ore del mattino di oggi: caccia israeliani hanno compiuto infatti una serie di raid sul territorio palestinese controllato da Hamas, colpendo e distruggendo quattro postazioni ad esso legate, come riferito da fonti militari.
I raid sono stati una risposta al lancio di ieri sera di un ordigno in direzione del sud di Israele, che ha colpito, intorno alle 21, Gan Yavne, un piccolo centro a ridosso della città costiera di Ashdod, a circa 20 km a nord della Striscia. Lo ha confermato un portavoce militare, informando che non sono stati segnalati né danni né vittime, anche se un ragazzo di 15 anni si è presentato all’ospedale locale in stato di shock.
I gruppi palestinesi attivi a Gaza “pagheranno un prezzo pesante”, ha commentato il ministro della Difesa israeliano, Moshe Yaalon, ripreso da L’Osservatore Romano. Israele “non ha intenzione di ignorare il lancio di razzi contro i suoi cittadini”, ha aggiunto, invitando quindi la leadership di Hamas a impedire nuovi lanci e una nuova escalation di violenze.
Nessun gruppo palestinese attivo nella Striscia ha rivendicato il lancio, anche se l’esercito israeliano incolpa l’ala militare della Jihad islamica. Secondo le ricostruzioni dei responsabili militari, l’azione sarebbe dovuta probabilmente ai dissidi interni sorti nell’organizzazione riguardo la nomina di un nuovo comandante nella zona nord del territorio. Ciò nonostante — sottolineano gli analisti — il lancio fa anche capire che il controllo di Hamas sui gruppi satellite nella Striscia si sta indebolendo.