Lettura
Protagonisti del racconto del Vangelo odierno sono inizialmente due: Gesù e un tale. Quando quest’ultimo «se ne andò rattristato» (Mc 10,22), il suo posto viene preso dai discepoli. Quel tale viene presentato da Luca come un notabile. Matteo lo definisce il giovane. Tutti e tre gli Evangelisti, a conclusione dell’episodio, affermano che aveva molte ricchezze; aveva molti beni; era molto ricco. Si tratta dunque di un giovane ricco e nobile, di un uomo realizzato pienamente sotto tutti gli aspetti. Cosa può chiedere di più alla vita?
Meditazione
L’inizio del testo evangelico sembra molto promettente: c’è una corsa, un desiderio. Tuttavia, nonostante le ottime premesse, è l’unica storia di una “chiamata” che finisce con un netto insuccesso, un passo pesante, un camminare trascinato. «Che cosa devo fare»: per lui tutto si gioca in termini di fare per avere, cioè possedere. Egli, infatti, è abituato a comprare tutto e pensa che si possa comprare anche la vita eterna come una dovuta ricompensa alle sue buone azioni. E Gesù risponde citando solo i comandamenti riguardanti il prossimo. Perché secondo Gesù la porta per giungere a Dio è il prossimo da amare come se stessi. Ma poi, «Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò (emblèpsas egàpese)»: emblèpsas letteralmente significa avendo guardato dentro di lui. Gesù legge dentro di lui, gli legge il cuore. È un’esperienza straordinaria! Quante volte abbiamo paura che gli altri ci leggano dentro e abbassiamo lo sguardo? Gesù lo guarda dentro e lo ama come solo Dio può amare, con la totalità dell’Onnipotente, con un amore infinito, incondizionato e gratuito; un amore che non attende e non pretende, si propone e non si impone. «Una cosa ti manca»: questo tale possiede tanto, ma in realtà è posseduto dalle cose che possiede, è schiavo delle sue ricchezze, il suo cuore è legato a quello che ha: «Là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore» (Mt 6,21). «Va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo»: arricchirsi presso Dio significa saper dare ai poveri, che non possono ricambiare. «Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato»: è davvero un uomo dal cuore legato, un possessore dal cuore posseduto! L’abbraccio di Gesù è troppo stretto, troppo esigente. E l’uomo si divincola: non poteva bastare la religiosità che già viveva? Una grande tristezza si porterà in cuore, fino a quando non deciderà dove sta il suo vero tesoro.
Preghiera
Signore Gesù, aiutami a non lasciarmi possedere dalle cose che possiedo, illumina la mia strada perché sappia amarti e amare con cuore libero. Dammi la gioia di esserti amico e il coraggio di non vergognarmi di questa amicizia. Amen.
Agire
Oggi mi lascerò guardare con amore dal Signore per avere il coraggio di liberarmi di tutto quello che possiede il mio cuore.
Meditazione a cura di mons. Mario Russotto, vescovo di Caltanissetta, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it