Nella domenica in cui i cristiani celebrano la Pentecoste, papa Francesco ha spiegato la natura e il significato dello Spirito Santo e la nascita della Chiesa. Lo ha fatto stamane, prima della preghiera del Regina Coeli, di fronte a decine di migliaia di pellegrini.
Dopo aver ricordato come, a distanza di 50 giorni dopo la Crocifissione e Resurrezione, la prima comunità cristiana spalancò la porta parlando alle folle di diversa provenienza delle grandi cose compiute da Dio, il Papa ha precisato che “l’armonia delle lingue che era andata perduta a Babele prefigura la dimensione universale della missione degli Apostoli”.
“La Chiesa – ha sottolineato il Pontefice – non nasce isolata, nasce universale, una e cattolica, con una identità precisa ma aperta, che abbraccia il mondo intero, senza escludere nessuno”. La Pentecoste, perciò, ha aggiunto, fu per gli apostoli l’inizio di una nuova stagione, quella della “testimonianza e della fraternità”. Una stagione che viene dall’alto, alimentata da Dio come una fiamma d’amore che “brucia ogni asprezza”. Ovvero la lingua del Vangelo che “varca i confini posti dagli uomini e tocca i cuori della moltitudine, senza distinzione di lingua, razza o nazionalità”.
Come allora, ha evidenziato Bergoglio, lo Spirito Santo è effuso oggi sulla Chiesa e su ciascuno di noi perché “usciamo dalle nostre mediocrità e dalle nostre chiusure e comunichiamo al mondo intero l’amore misericordioso del Signore”. La missione di ognuno – ha dunque precisato – è diffondere a “lingua” del Vangelo e il “fuoco” dello Spirito Santo”, affinchè “scaldiamo il cuore nostro, e quello dei popoli avvicinandoli a Cristo via, verità e vita.
Il Pontefice ha concluso invocando la materna intercessione di Maria Santissima, presente come Madre in mezzo ai discepoli nel Cenacolo, perché oggi possa aiutare lo lo Spirito Santo a scendere in abbondanza sulla Chiesa del nostro tempo, riempiendo i cuori di tutti i fedeli e accendendo in essi il fuoco del suo amore.
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