Chi è impegnato nella difesa della dignità delle donne e nella promozione dei loro diritti, deve lasciarsi guidare dallo spirito di umanità e di compassione al prossimo, in modo da far manifestare pienamente il “genio femminile” a beneficio dell’intera società. Questo, in sintesi, il cuore del Messaggio inviato oggi da Papa Francesco al cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace.
L’occasione è la conferenza internazionale “Donne verso l’Agenda per lo Sviluppo post-2015: quali sfide dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS)?”, in corso a Roma fino a domani, promossa e organizzata dallo stesso dicastero insieme alla World Union of Women’s Catholic Organisations (WUCWO) e alla World Women’s Alliance for Life and Family (WWALF):
Il Papa esprime “vivo compiacimento” per l’iniziativa, “volta a dare voce alle istanze promosse dall’universo cattolico femminile nei processi internazionali che stanno portando alla configurazione, a livello delle Nazioni Unite, di una nuova Agenda per lo Sviluppo post-2015”. Un documento, questo, al quale “desiderano contribuire tante donne e uomini impegnati nella difesa e promozione della vita e nella lotta alla povertà, alle schiavitù e alle ingiustizie che, purtroppo, ancora troppo spesso vengono subite prevalentemente dalle donne di tutte le età e dovunque nel mondo”, sottolinea il Pontefice.
Osserva, quindi, che ancora oggi, in diverse parti del pianeta, ci sono donne che “si trovano ad affrontare sfide e problematiche differenti”. Nel mondo occidentale, ad esempio, esse subiscono “discriminazioni in campo lavorativo; sono spesso forzate a scegliere tra lavoro e famiglia; la loro vita di fidanzate, mogli, madri, sorelle, nonne, non di rado conosce purtroppo la violenza”.
Ancora peggio, nei Paesi in via di sviluppo e in quelli più poveri, le donne – denuncia Bergoglio – sono costrette “a portare sulle spalle il peso maggiore; sono loro che percorrono chilometri al giorno in cerca di acqua; che troppo spesso muoiono nel dare alla luce un figlio; che vengono rapite a fini di sfruttamento sessuale o forzate a sposarsi in età troppo giovane o contro la loro volontà; a volte viene addirittura loro negato il diritto alla vita solo perché di sesso femminile”.
Tutte queste problematiche si riflettono nelle proposte di Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile che attualmente vengono discusse in seno alle Nazioni Unite. “Le questioni legate alla vita sono intrinsecamente connesse a quelle sociali”, evidenzia il Papa; pertanto “quando difendiamo il diritto alla vita, lo facciamo anche affinché quella vita possa, dal suo concepimento al suo termine naturale, essere una vita dignitosa, che non conosca le piaghe della fame e della povertà, della violenza e della persecuzione”.
A coloro che si impegnano a difendere la dignità e i diritti delle donne, Francesco chiede quindi di lasciarsi “guidare dallo spirito di umanità e di compassione nel servizio al prossimo”: “La competenza professionale sia la prima fondamentale qualità”, ma – precisa – “senza individualismo, senza mero attivismo, bensì con impegno generoso”.
In questo modo – assicura il Santo Padre – potranno emergere “i doni incommensurabili di cui Dio ha arricchito la donna, facendola capace di comprensione e di dialogo per ricomporre i conflitti grandi e piccoli, di sensibilità per sanare le ferite e prendersi cura di ogni vita, anche a livello sociale, e di misericordia e tenerezza per tenere unite le persone”.