20 morti e decine di feriti: è questo il bilancio dell’attentato kamikaze avvenuto ieri nella moschea sciita di Kudeih, nell’est dell’Arabia Saudita. Il terrorista – come reso noto dal ministero dell’Interno – aveva un giubbotto esplosivo sotto le vesti e si è fatto esplodere durante le preghiere del venerdì nella città della provincia a maggioranza sciita di Qatif. La maggior parte dei presenti è rimasta uccisa, molti sono in gravi condizioni.
L’azione è stata rivendicata dall’Esercito islamico, organizzazione terroristica sunnita, tramite un comunicato in cui i “soldati del Califfato” affermano di essere i mandanti del kamikaze “che ha fatto brillare una cintura esplosiva” nella moschea della città di Qatif. Nel comunicato viene svelato il nome del martire, Abu Amer Al-Najdi, e viene anche pubblicata una sua fotografia.
Si tratta della prima azione contro la comunità sciita nel Paese da quando a novembre sette persone, fra cui anche bambini, rimasero uccise nel corso di una commemorazione religiosa sciita, sempre nella stessa zona orientale dell’Arabia saudita.