La donna: un’alleata della vita e dello sviluppo

Al convegno internazionale promosso dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, stanno emergendo possibili strade per un “nuovo femminismo”

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

L’emancipazione della donna non passa tanto per il raggiungimento di prerogative tradizionalmente maschili, quanto con la realizzazione della sua vocazione più profonda: la maternità non solo fisica ma anche spirituale.

Tali aspetti stanno emergendo nel corso del convegno Donne verso l’agenda per lo sviluppo post-2015: quali sfide dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (OSS)?, che si svolge tra oggi e domani presso il Church Village di Roma.

Promosso dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, il convegno è organizzato dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace insieme alla World Union of Women’s Catholic Organisations (WUCWO) e alla World Women’s Alliance for Life and Family (WWALF).

La presidente del WWALF, Olimpia Tarzia ha spiegato a ZENIT che nei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile stabiliti dall’ONU nell’ambito dell’Agenda post-2015, la donna è presente ma “in maniera deformata”.

Il primo degli obiettivi è infatti quello di “sconfiggere la povertà”: non si tiene però conto, ad esempio, della “tremenda pratica dell’utero in affitto, che si basa sullo sfruttamento delle donne e che è una nuova forma di schiavitù”, ha osservato Tarzia.

Inoltre, se si parla di “parità di genere”, tale obiettivo è realizzabile solo se “si mette in campo una reale tutela della maternità”, consentendo alla donna di “scegliere liberamente il proprio progetto di vita”, che può implicare anche il desiderio di avere più di un figlio.

Se da un lato, “la cultura dominante banalizza lo specifico del genio femminile”, dall’altro, la maggior parte delle donne vive o aspira a vivere la dimensione della maternità e lavora “non per propria scelta ma per necessità”.

Sempre con riferimento al problema della povertà, la presidente del WWALF ha osservato che il ricorso all’aborto (di cui oggi ricorre il 37° anniversario della legalizzazione in Italia) è principalmente dovuto alle difficoltà economiche o alla disoccupazione.

I “diritti delle donne”, oggetto delle battaglie femministe degli ultimi 40-50 anni, sono stati quindi conquistati e garantiti “su un piano ancora superficiale”, ha proseguito Tarzia, e in tal senso, “c’è ancora molto da fare”.

“Non credo – ha aggiunto – che possiamo puntare a uno sviluppo veramente sostenibile se non mettiamo al centro il più debole, il più povero, il più emarginato. Io da questo punto di vista, non ho trovato traccia dentro i 17 obiettivi dell’ONU”.

La strada da percorrere è senz’altro quella di un “nuovo femminismo”, come suggeriva San Giovanni Paolo II nella Evangelium vitae, che consiste nel ribadire la “profonda alleanza della donna con la vita”.

Il “veterofemminismo”, al contrario, con le sue rivendicazioni mirava a portare le donne semplicemente agli stessi ruoli degli uomini, mentre oggi, “quella stessa cultura, attraverso la teoria del gender, impone un annullamento delle differenze tra i sessi”, ha poi concluso Tarzia.

La drammatica realtà dell’utero in affitto è stata denunciata anche da Wilma Carvalho, indiana, medico e docente all’Università Sains Malaysia. Membro del Cammino Neocatecumenale, è madre di 11 figli.

“Nel nostro paese, il donna è considerata un fantasma”, mentre un figlio maschio è generalmente più accettato, perché considerato più produttivo economicamente, ha spiegato a ZENIT la dottoressa Carvalho.

In uno scenario come quello indiano, dove la straordinaria crescita economica non corrisponde ad un eguale miglioramento della qualità della vita, specie per le donne, è il cristianesimo a ridare dignità all’universo femminile.

“Per i cristiani, anche in India, ogni figlio, indipendentemente dal sesso, è considerato un dono di Dio”, ha proseguito Carvalho, sottolineando uno dei grandi meriti della Chiesa Cattolica: quello di battersi per l’istruzione gratuita universale, strada maestra per la “dignità” delle donne.

Al convegno è intervenuta anche Rita Moussallem, Co-Direttrice del Centro per il Dialogo Interreligioso del Movimento dei Focolari, con sede in Libano. Di fronte a un “mondo alla deriva”, ha dichiarato a ZENIT Moussallem, l’uomo e la donna devono riconciliarsi e rinnovare la loro alleanza, purché della donna vengano valorizzate di più, le sue doti più tipiche: “l’interiorità, la capacità di ascolto dell’altro, di generare la vita, di amare, di perdonare, l’intuito, alla capacità di entrare nei dettagli”.

Parlando della realtà del Medio Oriente, la rappresentante dei Focolari ha sottolineato che le discriminazioni non riguardano solo le donne ma anche “i bambini, i malati, gli anziani e tutte le persone più deboli”, oltre ai “tanti musulmani moderati che cercano il dialogo e la pace”.

In Medio Oriente, ha aggiunto, non sono in atto tanto delle “guerre di religione”, quanto dei conflitti ideologici, motivati spesso da “interessi economici”. In questo scenario, “la donna, in particolare se cristiana deve innanzitutto resistere nella fede e nella trasmissione della pace e della speranza. Se la donna mantiene la speranza, c’è speranza per tutti”.

A differenza del mondo occidentale, in Medio Oriente, la donna, anche quando emancipata, “non ha del tutto perso la sua femminilità” e ha mantenuto “la propria specificità di donna, la propria dolcezza, apertura, interiorità, ascolto: tutti valori immensi per costruire una società vivibile ed un’umanità più completa”.

L’aspetto più bello della donna rimane quindi la sua “maternità”, intesa anche in senso spirituale. “Forse è proprio questa vocazione materna – che comporta tanto amore ma anche tanto dolore – che dovrebbe essere aiutata di più. La donna ha tante difficoltà: dal trovare lavoro all’essere sostenuta dall’uomo. Se l’uomo e la donna camminano insieme, non ne guadagna solo la donna ma anche l’uomo”, ha poi concluso Rita Moussallem.

 

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione