Custodire e vegliare sono compiti specifici dei vescovi. Lo ha detto il cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione dei Vescovi, presiedendo la messa per i rappresentanti della Conferenza Episcopale Italiana, che domani concludono la loro assemblea generale.
“Noi possiamo custodire il gregge di Dio perché siamo noi custoditi dal Padre”, ha spiegato il cardinale, raccomandando di “vigilare sulla qualità dei rapporti umani tra voi stessi vescovi e con i vostri fedeli, anzitutto con i preti” e di “vegliare anche in rapporto alle persone consacrate e ai fedeli laici, riconoscendo i loro carismi e incoraggiando le loro iniziative missionarie e pastorali”.
Ouellet ha inoltre esortato i vescovi italiani ad avere cura delle “risorse materiali” del paese e di raccogliere la “sfida grande” dell’“unità, che è inseparabile dalla verità, cioè dai rapporti fondati sulla Parola di Dio”.
Il porporato si è poi soffermato sulla crisi della cultura cattolica ed in particolare sul “calo delle vocazioni all’ordine sacro e di consacrazione”, sull’“invecchiamento del clero e dei religiosi” e sulla “non omogeneità dei presbiteri diocesani”. A ciò si aggiungono le emergenze e le “incertezze” legate alla “emigrazione dei rifugiati” e alla “disoccupazione”.
Senza lasciarsi prendere dallo scoraggiamento, né dalla lamentela “delle proprie mancanze e di quelle altrui”, il cardinale Ouellet ha incoraggiato piuttosto ad “uno sguardo d’amore sulla Chiesa di Dio” e a fare “dono gioioso di noi stessi nella sequela del Signore”.