La Santa Sede interviene al convegno Bice su abusi di minori

A Parigi mons. Robert Oliver, segretario della Commissione per la tutela dei minori, ha illustrato ai 250 partecipanti il lavoro svolto dall’organismo istituito dal Papa un anno fa

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“Gli abusi sessuali dei minori: meccanismi di protezione e resilienza” è il titolo del convegno aperto ieri a Parigi e promosso dall’Ufficio internazionale cattolico dell’infanzia (Bice). All’incontro partecipa anche la Santa Sede attraverso mons. Robert Oliver, segretario della Pontificia Commissione per la tutela dei minori, il quale, di fronte a 250 esperti, ha illustrato il lavoro svolto dalla Commissione vaticana istituita dal Papa un anno fa, che si basa molto su rapporti collaborazione con Chiese locali e altri organismi religiosi e civili.

Alla Radio Vaticana, il presule ha infatti spiegato: “La Chiesa cattolica è conosciuta nel mondo per i suoi sforzi in favore della tutela dei bambini. Questo ci mette in condizione di sviluppare rapporti con organizzazioni di molti gruppi religiosi, molte organizzazioni governative e non governative…”. Tali rapporti – ha sottolineato – “sono ancora in una fase iniziale”, ma attraverso il lavoro con i vescovi e le Congregazioni religiose, “ci consentono di essere presenti in ogni parte del mondo, nonostante la nostra Commissione sia piuttosto piccola. Ci sono molte organizzazioni di valore, come il Bice, e siamo curiosi di vedere quali risultati potrà portare la nostra collaborazione”.

Ad una domanda sugli Statuti dell’organismo vaticano, il segretario ne ha sottolineato la grande importanza, in quanto – ha detto – essi danno “una struttura all’organizzazione” e “descrivono la nostra missione, la presidenza della Commissione, come dovrà essere svolto il nostro lavoro in quelli che noi chiamiamo gruppi di lavoro, come il nostro ufficio dovrà essere strutturato…”.

“Noi abbiamo lavorato a una bozza degli Statuti per oltre un anno”, ha soggiunto il presule, dichiarando di essere stato egli stesso a seguirne la stesura. “Il Santo Padre è stato generoso quando li ha approvati, perché ci ha concesso un periodo di tre anni per la sperimentazione degli Statuti. Questo significa che mentre sviluppiamo il nostro lavoro, possiamo cercare le strade migliori per la strutturazione della Commissione, affinché possa lavorare nel migliore dei modi. Dunque – ha concluso – come espressione della struttura gli Statuti sono molto, molto importanti. In essi sono espressi il cuore e i contenuti del nostro lavoro”.

 

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ZENIT Staff

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