Antonio, il mugnaio, tempo fa è venuto a trovarmi e raccontarmi alcune sue belle e profonde confidenze:
Vivo in una famiglia dove esigono da me troppe cose e talmente pesanti che mi chiedo: ma cosa vogliono ancora da me? –Come minimo ti chiedono la vita…hanno diritto che tu doni la vita.
E’ un periodo in cui faccio molte cose belle e stimate…e tante altre ne ho in programma…spero che Dio mi dia salute per poterle fare tutte, ma mi sento sfinire. – Ma Dio da te, più che le tue opere, vuole te.
Mi sento buttar via…Non godo nessuna stima dagli altri…Mi mettono in un angolo…- Ma chiunque ti butta via, non sa, ma tu lo devi sapere, che ti sta buttando fra le braccia di Papà.
Ho scritto a Madre Teresa: Sto attraversando un periodo nero, in cui mi sento uno straccio- Non si meravigli di sentirsi uno straccio: l’importante è che lo straccio stia in mano a Dio; Lui, con uno straccio che gli sta in mano, fa capolavori.
Ci sono dei momenti in cui mi sento un verme:- Sai che Gesù, lui il più bello tra i figli dell’uomo, è stato definito “verme e non uomo”. Fin da bambino andavo a pescare con la zattera assieme a mio zio Piero. Mi piaceva osservare l’operazione mentre infilava un verme nell’amo di pesca: Vedi Antonio – diceva lo zio – per pescare i pesci occorre un verme; Gesù ha bisogno di un “verme” per farti diventare pescatore di uomini.
Ecco perché, appena Pietro davanti a Gesù si è riconosciuto verme- “sono peccatore, allontanati da me”, Gesù gli ha subito detto: seguimi e diventerai pescatore di uomini. Da peccatore riconosciuto…a patentato pescatore.
Solo un verme che trasuda l’infinita misericordia ricevuta, può attirare tutti alla dignità di figli di Dio: quando sul calvario sarò innalzato da terra…verme infilato nell’amo della croce, attirerò tutti a me.
Ciao da p. Andrea
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