Hanno fatto il giro del mondo le parole di Papa Francesco al presidente della Palestina Mahmoud Abbas, incontrato sabato scorso in Vaticano, che il Pontefice ha esortato a diventare un “angelo della pace”. Interpellato dal sito Il Sismografo e da altri giornalisti su queste parole e sul dono ad Abu Mazen, il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha spiegato che “uno dei doni che il Papa fa spesso ai presidenti che lo visitano è un grande medaglione in bronzo circolare di un artista moderno che rappresenta un ìangelo della pace'”. “Quando il Papa lo presenta al presidente dice alcune parole di spiegazione sul perché fa questo dono, cioè il desiderio e l’impegno per la pace. Il significato del dono è chiaro come augurio e invito a impegnarsi per la pace”, ha sottolineato il gesuita.
“Ognuno di noi – ha proseguito – deve essere per gli altri e per il mondo come un angelo-messaggero di pace. Personalmente ero presente ieri all’udienza, ma non ho sentito le esatte parole perché erano dette in un modo colloquiale e ravvicinato fra i due. In ogni caso – ha precisato il portavoce vaticano – il senso di incoraggiare l’impegno per la pace mi pare chiaro e credo che occorra specificare che lo stesso dono del simbolo dell’angelo di pace viene fatto dal Papa con questa intenzione a molti presidenti e non solo ad Abbas (ad altri dona un medaglione con San Martino che dà il mantello al povero, e allora spiega che bisogna impegnarsi per i poveri)”.