In ambito pro-life cambia il vento al Congresso degli Stati Uniti. La Camera dei Deputati ha approvato ieri un disegno di legge che vieta l’esecuzione dell’aborto dopo la 20° settimana di gestazione.
Il voto per il Pain Capace Protection Act Unborn Child ha registrato 242 favorevoli (per lo più Repubblicani, tranne 5) e 184 contrari (per lo più Democratici, tranne 4).
Se anche il Senato dovesse approvare il disegno di legge, il presidente Barack Obama minacciato il veto. I gruppi pro-life sperano tuttavia di utilizzare la misura come strumento elettorale, in occasione delle presidenziali del 2016, nella speranza che un eventuale nuovo presidente pro-life firmi poi la legge.
Il progetto di legge era già passato nel maggio 2013 ma si era poi arenato in Senato, essendo allora il ramo del Congresso ancora a maggioranza democratica.
Secondo i sondaggi, la maggioranza degli americani è sempre più pro-life e sostiene progetti di legge come quello approvato ieri. Un’indagine della Marist University rileva che l’84% degli intervistati vorrebbe una restrizione dell’aborto ai primi tre mesi di gestazione ed è significativo che tale restrizione sia auspicata dal 69% di coloro che si dichiarano pro-choice.
È dell’84% anche la percentuale di americani che sostiene che la legge debba proteggere sia la madre, sia il concepito.
Il 60% degli americani ritiene l’aborto “moralmente inaccettabile”, contro il 38% dei favorevoli.
Secondo The Polling Company, la restrizione dell’aborto alla 20° settimana di gestazione, come prevede il progetto di legge appena approvato dalla Camera, è appoggiata dal 64% degli americani e osteggiata dal 30%.