Unione Europea: verso un sistema di “quote” di immigrati

Save the Children: “Primo passo importante ma l’impegno va dimensionato in base alla reale ampiezza dei flussi”

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Con il nulla osta odierno della commissione europea all’Agenda per l’immigrazione, ogni paese avrà la sua quota di immigrati, in modo da distribuire i flussi verso tutti i paesi dell’Unione.

L’Italia riceverà dunque il 9,94% dei 20mila profughi che risiedono in campi profughi all’estero e che hanno i requisiti per ottenere lo status di rifugiati, e l’11,84% dei richiedenti asilo già presenti in Europa, o che entreranno direttamente in territorio europeo.

“L’agenda per la migrazione adottata oggi della Commissione Europea prova come finalmente sia stata riconosciuta la dimensione europea del problema e la necessità di una risposta congiunta, basata sulla responsabilità condivisa degli Stati nei confronti delle vite dei migranti, messe a rischio durante il pericoloso e disperato viaggio per raggiungere le coste del nostro continente”, ha dichiarato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children.

“Quello di oggi – ha proseguito il dirigente – è però solo il primo passo di un percorso estremamente impegnativo e attendiamo di verificare la volontà di ogni stato membro di farsi carico della protezione e del supporto dei migranti più vulnerabili”

“La reale efficacia di tale strategia si misurerà sulla base dell’effettiva assunzione di responsabilità e disponibilità di accogliere degli stati membri,  ma commisurata all’ampiezza dei flussi in arrivo e all’entità del bisogno, dando assoluta priorità ai minori e ai gruppi più vulnerabili”, ha aggiunto Neri.

“Ma la responsabilità degli Stati UE inizia ancora prima che i migranti raggiungano le frontiere dell’Europa. L’Europa deve essere anche al centro del mediterraneo, dove migliaia di bambini che abbiamo incontrato hanno visto morire genitori, parenti e amici”, afferma ancora Neri.

“Pur apprezzando l’impegno già espresso dall’Ue per rafforzare le operazioni Triton e Poseidon, sottolineiamo come l’entità della crisi in corso nel Mediterraneo e il rischio di perdere migliaia di vite, è tale da dover  esplicitare un chiaro mandato diretto e proattivo ricerca e soccorso per queste operazioni navali”, conclude poi il Direttore Generale di Save the Children.

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ZENIT Staff

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