Veglia cristiani perseguitati: Cei lancia l'hashtag #free2pray

Al via un progetto di diffusione ­attraverso i social media dove saranno pubblicate testimonianze da diversi paesi: racconti di fede, carità e amore estremo

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

In occasione della Veglia di Pentecoste del 23 maggio organizzata dalla Conferenza Episcopale italiana per tutti martiri di oggi, è stato oggi tramite l’account ufficiale della Cei su Twitter, @UCSCEI, l’hashtag #free2pray. È quindi possibile rilanciare fin da ora il tweet e utilizzare l’hashtag anche su Facebook per qualsiasi iniziativa legata alla veglia e a “racconti di fede e di amore estremo, eventi di condivisione, fatti di carità”. 

Nel comunicato con cui presentavano l’iniziativa, i vescovi italiani – citando le parole di Papa Francesco ai membri della Commissione internazionale anglicana-cattolica – ricordano che “esiste un legame forte che già ci unisce, al di là di ogni divisione: è la testimonianza dei cristiani, appartenenti a Chiese e tradizioni diverse, vittime di persecuzioni e violenze solo a causa della fede che professano”.

“Si tratta solo dell’ultimo intervento del Papa in ordine alla tragedia di tanti cristiani e di tante persone i cui diritti fondamentali alla vita e alla libertà religiosa vengono sistematicamente violati”, scrivono i presuli. “Questa situazione – proseguono – ci interroga profondamente e deve spingerci ad unirci, in Italia e nel mondo, in un grande gesto di preghiera a Dio e di vicinanza con questi nostri fratelli e sorelle. Imploriamo il Signore, inchiniamoci davanti al martirio di persone innocenti, rompiamo il muro dell’indifferenza e del cinismo, lontano da ogni strumentalizzazione ideologica o confessionale”.

Da qui la proposta di dedicare, in Italia e in tutte le comunità del mondo, la prossima Veglia di Pentecoste, sabato 23 maggio 2015, ai martiri. Le partecipazioni sono state confermate da numerosissime diocesi e da quasi tutti i movimenti e le realtà ecclesiale.

A ciò si aggiunge quindi il progetto di diffusione ­attraverso i social media dove saranno pubblicate testimonianze e storie dai diversi paesi. Racconti di fede e di amore estremo, eventi di condivisione, fatti di carità, come ad esempio il filmato “Non sono arrabbiata con Dio” che testimonia la fede di Myriam, piccola profuga dell’Iraq, o i racconti di padre Pierbattista Pizzaballa, appena rientrato dalla Siria, o ancora l’omelia di Francesco a Santa Marta dedicata ai cristiani uccisi, che sono “forza dello Spirito”.

Si legge ancora nel comunicato Cei: “Sono moltissimi i cristiani e gli uomini di ogni confessione capaci di testimoniare l’amore a prezzo della vita. Tale testimonianza non può passare sotto silenzio perché costituisce per tutti una ragione di incoraggiamento al bene e di resistenza al male”.

 

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione