Quo vadis Domine?

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Gv 16,5-11

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Lettura

Il Vangelo secondo Giovanni, nei capitoli 13-17, ci racconta il senso del “consegnarsi” di Gesù e del suo esodo da questo mondo al Padre, introducendoci così nel mistero della via lucis e della glorificazione del Signore, proprio affinché possiamo vincere la tristezza, non cedere al turbamento e vivere della sua Presenza pur nella fisica assenza.

Meditazione

Un antico racconto rabbinico dice che il mondo poggia su dodici colonne, e queste poggiano sul cuore di dodici giusti. Su questi ultimi grava tutto il peso del male nel mondo. E se venisse a mancare anche una sola di queste colonne e di questi cuori, il mondo crollerebbe. Ecco, nel tempo della sua prolungata assenza – tempo dello Spirito e frattempo della Chiesa – Gesù consegna il destino del mondo al cuore amante dei suoi discepoli presenti e futuri. Ma noi, con loro, non siamo mai soli! Ed «è bene per voi che io me ne vada perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paraclito». Solo nell’esodo di Gesù i discepoli potranno vivere l’avvento dello Spirito, respiro e principio di nuova continua creazione. Quo vadis, Domine? Dove vai, Signore? Gesù con la sua vita ci insegna che tutta la nostra esistenza è un grande viaggio, in un continuo esodo e avvento, un uscire per andare e un accogliere per amare. E viaggio significa sradicamento. Noi siamo tutti in viaggio in un sentiero pieno di frastagliamenti e complicazioni, che implica continui sradicamenti e ripetute partenze, per arrivare e ripartire. Da quando siamo “partiti” dal grembo della Trinità per nascere a questo mondo fino al nostro ritorno in quel grembo di Amore, siamo sempre in viaggio, come Abramo. E la vita ci sposta, ci spiazza, ci spianta e ci sradica. Ma attenzione a non cadere nella tentazione dei discepoli: «la tristezza ha riempito il vostro cuore». Solo nel coraggio del distacco e dello sradicamento possiamo imparare a vivere d’amore, per morire d’amore. Possiamo imparare l’arte di abbracciare senza trattenere, amare senza possedere, annunciare senza aspettare. Ma è proprio in questo “senza” la nostra e altrui libertà; è in questa “sottrazione” la moltiplicazione della nostra giustificazione, cioè della santità che “sopporta” l’intera umanità sull’altare del cuore. E allora… verso dove sto andando?

Preghiera

Quo vadis, Domine? Dove vai, Signore? Verso dove vuoi condurre il mio cuore? Rimani con me perché possa ogni giorno abitare in te. Perché la mia via ha locanda con te, che odori di Croce e profumi di Vita. Quo vadis, Domine? Fai pasqua con me e rendimi pasqua con te per sempre. Amen.

Agire

Oggi cercherò di vincere ogni tristezza mettendo amore nelle mie parole e azioni e donando un sorriso a chi mi sta vicino.

Meditazione a cura di mons. Mario Russotto, vescovo di Caltanissetta, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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