Quale rapporto esiste tra la Scienza e chi la coltiva? La dimensione personale dello scienziato si riflette sull’oggetto della sue ricerche? A questi interrogativi hanno cercato di rispondere i partecipanti a un incontro moderato dal giornalista Pietro Bianucci.

Il dibattito, tenutosi sabato 9 maggio a Torino, presso il Centro Culturale San Carlo, è stato organizzato dalla Scuola Internazionale Superiore per la Ricerca Interdisciplinare (SISRI), in collaborazione con l’Associazione delle Attività Educative e Culturali (AEC) di Torino, il Centro Culturale Piergiorgio Frassati, con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo.

Scienza, umanesimo e passione sono i tre elementi che fanno riferimento a vissuti e discipline diverse con un denominatore comune: l’Uomo che ricerca.

In questo contesto ha trovato la giusta collocazione la relazione del prof. Giancarlo Genta, Ordinario di Costruzione di Macchine al Politecnico di Torino dal titolo L’Esplorazione dello Spazio tra tecnologia e domande ultime.

“L’Esplorazione dello Spazio pone sfide tecnologiche significative - ha esordito il professore -. Esplorazione robotica ed umana si completano a vicenda in quanto lo scopo ultimo è trasformare l’uomo in un abitante del cosmo. In questo processo l’individuo porta tutto se stesso: la scienza, la tecnologia, ma anche i dubbi e le domande, che implicano la sua visione filosofica e religiosa del mondo”.

Il ruolo dei presupposti filosofici personali nella teoria scientifica: il caso del problema mente/corpo: è stata la problematica affrontata dal prof. Filippo Tempia, ordinario di Fisiologia all’Università di Torino.

“La motivazione che ha spinto molti neuroscienziati - ha dichiarato Tempia - a studiare il cervello umano è stata una domanda sull’identità dell’Uomo. In particolare, l’aspetto più interessante ed enigmatico dell’individuo è stato da sempre la sua attività mentale cosciente, che lo rende autore dei suoi pensieri. I paradossi a cui sono giunte le neuroscienze possono essere superati solo con un approccio non-riduzionista che utilizzi un’epistemologia a cui gli scienziati d’oggi sono estranei. Ciò richiede una profonda formazione umanistica oltre che scientifica”.

L’evento si è inserito nel quadro dei seminari promossi dalla SISRI, attività del Centro di Documentazione interdisciplinare di Scienza e Fede della Pontificia Università Santa Croce di Roma. Nel pomeriggio i partecipanti si sono poi recati nel Duomo di Torino per la contemplazione della Sacra Sindone.