La pace nel mondo non potrà mai essere realizzata se si spende anche un solo dollaro per le armi nucleari. Lo ha affermato l’osservatore permanente della Santa Sede presso l’Onu, monsignor Bernardito Auza, parlando con gli esperti che stanno rinegoziando il Trattato di non proliferazione nucleare.
Continuare ad effettuare “dispendiose” spese per gli armamenti, dunque, non aiuterà affatto a “rimediare alle miserie che affliggono il nostro mondo di oggi”.
La vera strada per il disarmo passa piuttosto per “lo sradicamento della povertà estrema, per un’assistenza sanitaria e un’istruzione accessibili a tutti”, e per la promozione di “istituzioni e società pacifiche tramite il dialogo e la solidarietà”, ha spiegato monsignor Auza.
I paesi storicamente dotati di armi nucleari, ha aggiunto l’arcivescovo, non hanno mai completamente smantellato i loro arsenali, rendendo “struttura di classe” ciò che, nella fase nascente del Trattato di non proliferazione, avrebbe dovuto essere temporaneo.
Questo scenario si prospetta come un “ingiusto status quo” che divide i paesi possessori di armi nucleari dai non possessori.
Quanto alla “deterrenza” essa rimane una “tragica illusione”, come già aveva ammonito quasi mezzo secolo fa il beato Paolo VI, né tantomeno può essere sostenuta contro realtà di matrice terroristica.
In conclusione Auza ha fatto riferimento a quanto detto da papa Francesco in merito al totale disarmo nucleare: “il desiderio per la pace e la fraternità radicato nel profondo del cuore umano darà i suoi frutti in modi concreti per garantire che le armi nucleari siano vietate, una volta per tutte, a vantaggio della nostra casa comune”.