“Accogliere”, “servire”, “provvedere”, “andare incontro”, “preparare la tavola”. Sono queste le parole che scandiscono l’omelia di Papa Bergoglio nella Messa di apertura della XX Assemblea Generale di Caritas Internationalis , al via da oggi fino al 17 maggio a Roma, sul tema: One Human Family, Caring for Creation.
Tutte parole che implicano un moto verso l’altro: verso chi soffre, verso chi non ha di che sfamarsi o dove recuperare un pezzo della sua dignità. Ma anche verso coloro che hanno responsabilità su questa terra e che forse hanno dimenticato che un giorno in cui Dio chiederà il conto dell’aiuto dato.
I “potenti della terra” li chiama Francesco. Ai volontari e operatori Caritas chiede di ricordar loro “che Dio li chiamerà a giudizio un giorno, e si manifesterà se davvero hanno cercato di provvedere il cibo per Lui in ogni persona e se hanno operato perché l’ambiente non sia distrutto, ma possa produrre questo cibo”.
“Il pianeta ha cibo per tutti, ma sembra che manchi la volontà di condividere con tutti”, osserva amaramente il Pontefice. Esorta, quindi, a “preparare la tavola per tutti, e chiedere che ci sia una tavola per tutti”, facendo ognuno il possibile “perché tutti abbiano da mangiare”.
È il Vangelo stesso a chiederlo, sottolinea il Pontefice, spingendo “a lavare i piedi e le piaghe dei sofferenti e a preparare per loro la mensa”. “Semplicità dei gesti – evidenzia – dove l’accoglienza della Parola e del sacramento del Battesimo si accompagna all’accoglienza del fratello, quasi si trattasse di un unico gesto: accogliere Dio e accogliere l’altro; accogliere l’altro con la grazia di Dio; accogliere Dio e manifestarlo nel servizio al fratello”.
È tutta una grande catena, dunque: “Parola, Sacramenti, Servizio”; essi “si richiamano e si alimentano a vicenda”. E proprio su questi tre capisaldi si fonda tutta la chiamata di Caritas, divenuta ormai “una grande Confederazione, riconosciuta ampiamente anche nel mondo per le sue realizzazioni”, che, nonostante l’enorme propagazione in ogni angolo del globo dove rappresenta la “Chiesa”, deve trovare “ancora più diffusione anche nelle diverse parrocchie e comunità”.
Proprio nella “accoglienza, semplice e obbediente, di Dio e del prossimo” sta la radice del servizio Caritas, rileva il Papa. Accoglienza – soggiunge – che “si compie in voi personalmente, perché poi andiate nel mondo, e lì serviate nel nome di Cristo che avete incontrato e che incontrate in ogni fratello e sorella a cui vi fate vicini; e proprio per questo si evita di ridursi ad una semplice organizzazione umanitaria”.
Chi vive la missione di Caritas – rimarca infatti il Vescovo di Roma – “non è un semplice operatore, ma appunto un testimone di Cristo”. Una persona, cioè, “che cerca Cristo e si lascia cercare da Cristo”, che “ama” con lo spirito di Cristo, della gratuità, del dono. Se non portiamo amore “tutte le nostre strategie e pianificazioni restano vuote”, ammonisce . “Non il nostro amore” però, – precisa il Pontefice – bensì quello di Dio, “o meglio ancora, il nostro purificato e rafforzato dal Suo”.
In questo modo “si può servire tutti e preparare la tavola per tutti”, come Dio la prepara per noi attraverso l’Eucarestia. Anche la Caritas “prepara tante tavole per chi ha fame”, afferma il Santo Padre, ricordando la grande campagna svolta nei mesi scorsi “Una famiglia umana, cibo per tutti”.
Esorta, tuttavia, ad andare avanti e ad impegnarsi con maggior vigore, perché c’è “tanta gente aspetta anche oggi di mangiare a sufficienza”. E c’è anche tanta gente, tanti fratelli e sorelle “che sono stati privati con la violenza sia del cibo per il corpo sia di quello per l’anima: sono stati cacciati dalle loro case e dalle loro chiese, a volte distrutte”. Il Papa rinnova l’appello “a non dimenticare queste persone e queste intollerabili ingiustizie”.
Davanti a questo triste panorama, ribadisce poi che è compito della Caritas, come di tanti altri organismi di carità della Chiesa, rivelare “la forza dell’amore cristiano e il desiderio della Chiesa di andare incontro a Gesù in ogni persona, soprattutto quando è povera e soffre”. Questo è il cammino che abbiamo davanti, conclude Francesco, auspicando che tale orizzonte orienti i lavori dell’Assemblea nei prossimi giorni.
Intanto affida tutti alla Vergine Maria, “che ha fatto dell’accoglienza di Dio e del prossimo il criterio fondamentale della sua vita”, in particolare alla Madonna di Fatima che si celebra domani, “apparsa per annunciare la vittoria sul male”. “Con un sostegno così grande – rassicura il Papa – non abbiamo paura di continuare la nostra missione”.