Alla guida turistica interessava poterci istruire sulla storia e l’importanza dei vari monumenti che avremmo visitato.
Arrivati in città, la guida ci accompagnò a visitare anche un monastero chiamato “Le carceri”. Entriamo e vi troviamo dentro monache di clausura… Gente serena e piena di pace…
Persone che vi abitano non solo volentieri, ma che hanno fatto di quel carcere un luogo scelto proprio per vivere, chiuse dentro, la loro vocazione: vita comunitaria, fondata sull’amore del vangelo. Persone donate totalmente a Dio per essere totalmente a beneficio del mondo.
Quella costruzione è chiamata “Le carceri” perché tanti anni fa era un penitenziario, dove venivano rinchiusi delinquenti e assassini.
“Ma – chiede il mio amico – quale ristrutturazione è stata apportata a questo ambiente carcerario per trasformarlo in convento?”
Nessuna – gli fu risposto – stessi muri, stesse inferriate, stessa clausura…Ma sono cambiate le persone; anzi sono cambiati i rapporti tra le persone. Prima era un carcere, un ambiente di “restrizione” perché chi vi abitava era costretto a starci con la forza, contro la propria volontà e con rapporti di odio.
Ora è diventato un convento perché chi abita dentro queste mura è in libertà: vi abita cioè per propria scelta, per vocazione e per amore del prossimo. L’Amore è base d’ogni fratellanza e libertà.
Ciao da p. Andrea
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