Non sarà, né intende essere un evento paragonabile all’Anno Santo del 2000, tuttavia per il Giubileo della Misericordia, convocato da papa Francesco lo scorso 11 aprile con la bolla Misericordiae vulnus, le aspettative sono alte e molto lascia presagire che sarà un successo.
Incontrando i giornalisti accreditati alla Sala Stampa Vaticana, monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione (dicastero incaricato per l’organizzazione del Giubileo), ha precisato che ogni confronto con il Giubileo del 2000 è “è privo di significato perché ogni Anno santo porta con sé la sua peculiarità e le finalità proprie”.
Indicendo l’Anno Santo Straordinario, papa Francesco ha voluto che tale evento sia vissuto con “un’attenzione particolare alla vita delle singole Chiese e alle loro esigenze”, al punto che ogni diocesi potrà aprire la propria Porta Santa – o “Porta della Misericordia” – “in particolare nella Cattedrale o in una chiesa particolarmente significativa o in un Santuario di particolare importanza per i pellegrini”, ha detto Fisichella.
A differenza degli ultimi giubilei straordinari (1933 e 1983), che coincidevano con l’anniversario della redenzione di Cristo, quello che inizierà l’8 dicembre 2015, per andare a concludersi il 20 novembre 2016, sarà un “Giubileo tematico”, con un richiamo alla “missione prioritaria” della Chiesa: “essere segno e testimonianza della misericordia in tutti gli aspetti della sua vita pastorale”.
Un tratto di particolare originalità sarà rappresentato dal mandato che il Papa imprimerà ai “missionari della Misericordia” il prossimo Mercoledì delle Ceneri, nella Basilica di San Pietro: “I Missionari dovranno essere sacerdoti pazienti, capaci di comprendere i limiti degli uomini, ma pronti ad esprimere l’afflato del buon Pastore, nella loro predicazione e nella confessione”, ha spiegato monsignor Fisichella.
Il logo del Giubileo è opera di padre M.I. Rupnik e rappresenta il Buon Pastore che, “con estrema misericordia si carica l’umanità, ma i suoi occhi si confondono con quelli dell’uomo”. L’immagine presenta tre ovali concentrici, di colore progressivamente più chiaro verso l’esterno, che “suggeriscono il movimento di Cristo che porta l’uomo fuori dalla notte del peccato e della morte”, ha commentato Fisichella.
Tra le date più importanti del Giubileo della Misericordia, il presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione ha menzionato: l’incontro del mondo del volontariato caritativo (4 settembre 2016); incontro dei cresimandi (24 aprile); Giubileo dei diaconi (29 maggio); Giubileo dei Catechisti (25 settembre); Giubileo dei malati (12 giugno); Giubileo dei Carcerati (6 novembre).
Il Giubileo della Misericordia sarà dunque particolarmente segnato dalla vicinanza della Chiesa alle “periferie esistenziali” per esprimere la Misericordia “in un aiuto concreto e fattivo”.
I pellegrini che giungeranno a Roma avranno a loro disposizione alcune chiese del centro storico dove potranno trovare accoglienza, vivere momenti di preghiera e di preparazione per attraversare la Porta Santa per giungere alla quale, disporranno di un percorso privilegiato.
Il sito del Giubileo è www.iubilaeummisericordiae.va (accessibile anche come www.im.va) ed è edito in sette lingue (italiano, inglese, spagnolo, francese, portoghese, francese, tedesco e polacco). Al sito web sono collegati alcuni dei più importanti social network (Facebook, Twitter, Instagram, Google Plus e Flickr) con i quali si potrà essere aggiornati sulle iniziative del Santo Padre e seguire in tempo reale tutti gli eventi più importanti. Monsignor Fisichella ha anche annunciato lo studio di una possibile app per integrare al meglio l’informazione.
Ad una domanda di ZENIT sulla coincidenza dell’apertura del Giubileo nel 50° anniversario della chiusura del Concilio Vaticano II, il presule ha spiegato che, come già avvenne con l’Anno della Fede (aperto l’11 ottobre 2012, cinquantesimo dell’apertura del Concilio), si tratta di un desiderio degli ultimi due pontefici di “mantenere vivo l’insegnamento del Concilio” e di non farlo diventare un ‘reperto archeologico’.
Secondo monsignor Fisichella, “il desiderio di parlare di Dio con un linguaggio nuovo”, implica anche dei “segni” che “rischiarino e spieghino laddove la parola non riesce a raggiungere il significato più profondo”.
Il responsabile vaticano per la Nuova Evangelizzazione ha poi precisato che “ogni Giubileo parla della Misericordia”, tuttavia, come spiega il Papa nella Bolla d’indizione, in cui “maggiormente bisogna prendere consapevolezza della Misericordia”. Perciò il Giubileo si pone come una “positiva provocazione a vivere ciò che è comune nella vita della Chiesa su questo tema”, laddove spesso la Misericordia viene ridotta a una “dimensione della spiritualità”, e non identificata con la “vita concreta e pastorale della Chiesa”.
Quanto al prossimo Sinodo dei Vescovi sulla Famiglia, che precederà di poche settimane l’apertura del Giubileo, in cui si dibatterà del non semplice rapporto tra Misericordia e dottrina, Fisichella ha spiegato che “l’insegnamento della Chiesa deve emergere e scaturire proprio dalla Misericordia”, poiché quest’ultima è “la natura stessa di Dio”, che non a caso viene spesso accompagnato dall’aggettivo “misericordioso”.
La Chiesa, dunque, deve riscoprire la dimensione della misericordia e comportarsi in modo misericordioso, anche in quelle “situazioni di crisi e di difficoltà che anche la famiglia vive”. Molte volte è la famiglia per prima a “non vivere la Misericordia, perché l’ha dimenticata”, ha sottolineato monsignor Fisichella.