Sandri in Iraq 'in ginocchio' di fronte ai cristiani perseguitati

Prosegue la visita del porporato. Oggi l’incontro con la la comunità caldea di Duhoq, nel Kurdistan iracheno

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Prosegue la visita del cardinale Leonardo Sandri in Iraq. Questa mattina, il prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali ha incontrato la comunità caldea di Duhoq, nel Kurdistan iracheno, nel Nord del Paese, incontrando in particolare tanti sfollati. Famiglie cristiane – sottolinea in un discorso consegnato al vescovo locale – che sono rimaste “fedeli attraversando la prova e la persecuzione”.

Nell’omelia – riportata dalla Radio Vaticana – il porporato ha sottolineato che “quando l’uomo smette di essere fedele al Dio dell’alleanza finisce per non essere fedele neanche alla sua propria umanità e a quella dei suoi fratelli e sorelle, con i quali magari ha vissuto fino al giorno prima”.

“So – ha ammesso il cardinale – di trovarmi in mezzo a persone amate che più di ogni altro sanno cosa significa quanto ho detto, dal momento che sulla propria pelle hanno sperimentato il tradimento di altri: di coloro che hanno assalito e preso le case e i beni, che hanno profanato i templi ove si insegna la pace credendo di far trionfare una idea di violenza e di morte, che hanno violentato e preso la giovinezza di bambini e ragazze per le loro basse soddisfazioni. Ma tradimento – ha aggiunto – é percepito anche il silenzio durato troppo a lungo della comunità internazionale, o l’abbandono delle forze nazionali e regionali che inizialmente avevano offerto garanzie di protezione”.

“In tutto questo dramma però – ha incoraggiato il cardinale Sandri – non dimenticatelo, mentre l’uomo mentiva e tradiva, Dio é rimasto fedele. Vi ha resi vicini e conformi all’immagine stessa di Cristo suo Figlio: a voi si applica quanto detto pochi giorni fa da Papa Francesco, che mi ha chiesto di portarvi il suo saluto e la sua benedizione, a proposito dei poveri: ‘come mi piacerebbe che imparassimo ad inginocchiarci di fronte ai poveri!’”.

“Ci mettiamo in ginocchio dinanzi alla vostra esperienza e dolore, di fronte ai vostri silenzi e alla vostra sopportazione, di fronte ai vostri rapiti e ai vostri morti”, ha aggiunto il porporato, ricordando che “siamo venuti qui per farci pellegrini verso il luogo ove Abramo partì lasciando la propria casa per ascoltare la voce del Signore. Voi – ha soggiunto – lo avete fatto in senso reale, trovando qui ospitalità nel nome del Signore, noi lo facciamo in senso spirituale per scuotere le coscienze talora intorpidite del nostro Occidente. Innanzi a voi e insieme a voi diciamo al Signore: Misericordia, perdono, pietà!”.

 
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ZENIT Staff

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