Non c’è benedizione quando è esposto il Santissimo Sacramento

Un’eccezione è prevista in occasione di Vespri recitati davanti a Santissimo Sacramento, come nella festività del Corpus Domini

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Nella sua rubrica settimanale di liturgia, padre Edward McNamara LC, professore di Liturgia e Decano di Teologia presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma, risponde oggi a un lettore negli Stati Uniti.

 

Mi sembrava di aver appreso nei seminari che ho frequentato in Spagna e a Roma, che un sacerdote non dà una benedizione alla fine delle Lodi o dei Vespri, quando la Liturgia delle Ore viene recitata in forma comunitaria con l’esposizione del Santissimo Sacramento. È vero? Si tratta, per così dire, di un ‘principio liturgico’? Un altro esempio potrebbe essere il benedire dell’incenso nel turibolo durante la Messa ma astenendosi dal farlo quando viene messo nel turibolo durante l’esposizione del Santissimo o della benedizione eucaristica? Ho mandato una e-mail a un altro liturgista e mi ha risposto che non c’è la benedizione al termine delle Lodi o dei Vespri, quando il Santissimo Sacramento è esposto in anticipazione della benedizione eucaristica che supera tutte le altre benedizioni. Allora mi sono chiesto: “E se non ci fosse la benedizione eucaristica ma solo la riposizione del Santissimo Sacramento, ad esempio quando l’adorazione del Santissimo nell’ostensorio avviene un’ora prima dell’inizio della Messa?”.  — K.B., Bloomingdale, Ohio (USA)

 

L’esperto di liturgia consultato dal nostro lettore ha ragione. Ciò significa che le benedizioni pubbliche non vengono mai impartite in presenza del Santissimo Sacramento esposto.

A parte la motivazione riguardante la benedizione eucaristica, un’altra ragione spesso data è che nessun ministro può dare una benedizione se è presente un ministro di grado più alto. Perciò, durante l’esposizione è presente Cristo, che è il sommo sacerdote e, di conseguenza, nessun ministro a lui inferiore può impartire la benedizione.

Bisogna ammettere che, teologicamente, non è un’argomentazione forte, poiché Cristo è egualmente presente quando è riposto nel tabernacolo chiuso e perciò ne conseguirebbe che nessuna benedizione possa mai essere impartita in chiesa. Qualsiasi sia la ragione, queste idee hanno contribuito all’usanza di lunga data di non impartire benedizioni durante l’esposizione.

Perciò, qualora il Santissimo Sacramento sia esposto al termine della Messa, per una processione o un’adorazione prolungata, la benedizione e il congedo vengono omessi. La Messa si concluderà con una preghiera dopo la Comunione e i sacerdoti incenseranno il Santissimo Sacramento e poi si ritireranno in silenzio o continueranno con la processione.

Quando le Lodi o i Vespri sono recitati dinanzi al Santissimo Sacramento esposto, dovrebbero concludersi con il sacerdote o diacono dicendo: “Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna. Amen”. Oppure: “Vi benedica Dio onnipotente…”.

Questo viene fatto in tutti i casi, anche se l’adorazione continuerà ancora per un po’ e anche se coloro che sono presenti all’ufficio non saranno presenti all’eventuale benedizione eucaristica.

Ci sono, tuttavia, alcune eccezioni. Le rubriche attuali riguardo all’esposizione e alla benedizione eucaristica indicano che il celebrante benedice l’incenso senza dir nulla (Cerimoniale dei Vescovi, n. 1109). La stessa regola si applica in caso che l’incenso sia portato via durante il Divino Ufficio. Quest’eccezione è valida anche per la forma straordinaria in quelle rare occasioni in cui i Vespri vengono recitati davanti al Santissimo Sacramento, come ad esempio nella festività del Corpus Domini.

Un’altra eccezione simile, prima della riforma liturgica, si verificava quando era permessa la Messa dinanzi al Santissimo Sacramento esposto. Questo si faceva solo in caso di grave necessità, con il permesso del vescovo, o in alcune festività solenni, come il Corpus Domini e il terzo giorno della devozione delle Quaranta Ore. In questi casi venivano effettuate praticamente tutte le normali benedizioni impartite durante la Messa.

Nella forma ordinaria non è mai permesso celebrare dinanzi al Santissimo Sacramento esposto. Può capitare nelle celebrazioni della forma straordinaria ma sarebbe comunque piuttosto eccezionale.

La novità nel rito attuale è la benedizione dell’incenso durante l’esposizione stessa e non durante un altro rito liturgico. Tradizionalmente l’incenso non veniva benedetto, una volta che il Santissimo Sacramento fosse esposto.

La probabile ragione per questo cambiamento è stata quella di voler semplificare e unificare il rito del mettere l’incenso, eliminando le differenze tra le varie situazioni rituali. 

Negli ultimi anni alcuni esperti di liturgia hanno richiesto che venisse ripristinata la vecchia usanza di non impartire benedizioni durante l’esposizione. Personalmente credo che un ritorno alla vecchia pratica non sia l’ideale. L’esposizione oggi è molto più comune e non richiede più il permesso del vescovo ordinario.

Questo significa che i riti liturgici come Lodi e Vespri durante l’esposizione sono più frequenti e, come abbiamo visto prima, erano già eccezioni alla regola generale. L’unificazione della pratica del rito della benedizione dell’incenso durante l’esposizione e la benedizione eucaristica segue quindi una certa logica corrispondente alla pratica attuale.

[Traduzione dall’inglese a cura di Maria Irene De Maeyer]

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I lettori possono inviare domande all’indirizzo liturgia.zenit@zenit.org. Si chiede gentilmente di menzionare la parola “Liturgia” nel campo dell’oggetto. Il testo dovrebbe includere le iniziali, il nome della città e stato, provincia o nazione. Padre McNamara potrà rispondere solo ad una piccola selezione delle numerosissime domande che ci pervengono.

 

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Fr. Edward McNamara

Padre Edward McNamara, L.C., è professore di Teologia e direttore spirituale

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