Lettura

«Signore, mostraci il Padre!». Nella supplica ardita di Filippo riconosciamo la voce di tanti, la nostra voce, il nostro desiderio: cosa fare per vedere il Padre di cui Gesù tanto ci parla? Nella domanda di Filippo intercettiamo l’anelito di Mosè: «Signore, mostrami la tua gloria» (Es 33,18); vi cogliamo il fremito di Israele: «La mia anima anela a te, o Dio... Quando verrò e vedrò il volto di Dio?» (Sal 42); vi rintracciamo l’eco della preghiera di ogni uomo: «Il tuo volto, Signore, io cerco» (Sal 27,8).

Meditazione

«Mostraci il Padre». Ogni volta che il dolore bussa alla porta di tutti noi, esuli figli di Eva, una domanda ci brucia in cuore: «Ma Dio dov’è?». E Gesù spiega la Via della vitale Verità: «Chi ha visto me, ha visto il Padre». Gesù è lo “spazio” in cui Dio Padre si è reso visibile e conoscibile. Nell’incarnazione del Figlio l’invisibilità di Dio si è dissolta. Il Padre ha rivelato il suo volto nell’esistenza storica di Gesù, ma ora – nel tempo della Chiesa in attesa del ritorno del Signore – dove e come fare ancora esperienza di Dio? Certo nell’ascolto della sua Parola, nella celebrazione dei Sacramenti, ma soprattutto in quello che ci suggerisce 1Gv 4,12: «Nessuno ha mai visto Dio, ma se ci amiamo scambievolmente, Dio dimora in noi». Dunque, Dio continua a farsi presente nell’amore vicendevole perché Dio è Amore. Io ringrazio il Padre perché è Deus absconditus, Dio velato. Perché questo è necessario all’amore, è garanzia della mia libertà. Se Dio fosse visibile, qui e ora al mio fianco, quale libertà avrei? Nessuna. Un Dio inevitabile non lo si ama, gli si può solo obbedire. Ma Dio vuole essere amato, più che obbedito, da noi piccole sue creature. E dunque, Filippo, eccolo il Padre: è qui accanto a te e ti sfiora e ti parla. E tu lo puoi vedere e toccare in me e puoi sentirne il battito del cuore. E tu lo puoi abbracciare e baciare, come farà Giuda al Getsemani… Dio non è un sole pallido da cercare tra sperdute regioni astrali: è qui, a portata di mano, ha il passo dell’uomo per camminare con ogni uomo. E allora, se ti senti amato dall’Amore, se sperimenti la grazia di credere che c’è un Padre che ha contato perfino i capelli del tuo capo, come fai a non fidarti? Come puoi non accogliere il suo amore e consegnarti ora e sempre al suo cuore?

Preghiera

Signore Gesù, dài respiro al mio cuore, perché possa respirare in te l’Amore di Dio Padre. Fa’ che possa incontrare il suo Volto nel tuo, per accoglierlo nei poveri e nei sofferenti. Quelli che mi stanno accanto e che spesso ignoro. Amen.

Agire

Oggi accoglierò senza paura le domande del mio cuore e ne farò un’offerta al Signore per tutti quelli che hanno paura delle loro domande.

Meditazione a cura di mons. Mario Russotto, vescovo di Caltanissetta, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it