“Se è stato possibile rischiarare la realtà dei quartieri spagnoli di Napoli è possibile rischiarare anche il resto del paese”, ha puntualizzato ieri sera Angelo Romeo, docente di sociologia presso l’Istituto Europeo di Design di Roma e presso la Pontificia Università Gregoriana, durante la presentazione del proprio libro Socialmente pericolosi, edito Mimesis, presso il Palazzo delle Esposizioni a Roma.
Il libro riporta le storie di vita di un gruppo di ragazzi, socialmente pericolosi poiché dimostrano di poter sfuggire alle grinfie di un destino per loro segnato, quello della camorra e della malavita, aggrappandosi ad un’alternativa, la passione per il cinema, che li vede crescere dentro i quartieri storici di Napoli.
Di un’età compresa tra i 20 e i 33 anni, questi giovani creano un’associazione di filmmakers che li porterà al Giffoni Festival e alla produzione di documentari per la Rai grazie all’iniziativa e alla collaborazione tra il giornalista Fabio Venditti e l’ergastolano Mario Savio, fondatori di Socialmente pericolosi, da cui prende nome anche la ricerca di Angelo Romeo.
“Questo progetto mi ha insegnato a guardare il futuro, a pensare prima di agire nel bene e nel male”, spiega uno dei ragazzi coinvolti nel progetto. Quando non se lo aspettava è stato ‘puncicato’ a una coscia. “Ho deciso di non vendicarmi perché vedo che c’è un altro futuro”, ha aggiunto.
Il libro nasce dalla ricerca sul campo dell’autore: “All’inizio mi hanno presso per pazzo, in genere viene scelto un tipo di ricerca da effettuare in un contesto sicuro”, ha raccontato, “ma ho trovato in questo lavoro l’utilità di fare una ricerca universitaria: poter leggere, più che nei libri, negli stessi ragazzi l’emozione dei volti che ti dicono ‘questa è la mia storia’, è ciò che più mi ha ripagato.
Il luogo comune un po’ noir legato ai ragazzi dei quartieri spagnoli andrebbe riletto: i media spesso mettono del loro nella costruzione di falsi modelli, ma spero che con questo libro possa essere in parte sfatato questo tipo di stigmatizzazione”.
A parlare delle storie di vita dei giovani del quartiere di Napoli sono intervenuti anche Fabio Venditti e il direttore del Tg2 Marcello Masi, il quale, avendo incontrato i ragazzi e essendo rimasto colpito dalla loro tenacia, ha capito che la loro passione verso la coraggiosa proposta proviene dall’idea che questa forse sarà l’occasione della loro vita: “C’è nella loro passione una vena di disperazione, una vena di rabbia, una vena di amore, tante emozioni condensate dentro l’anima di questi ragazzi: ad uno avevano ammazzato il cugino la settimana prima, uno ha il padre in ergastolo, un altro non ha mai visto la madre… C’è una rabbia atavica, generazionale, il sentimento di un riscatto che è dovuto”.
Ma Socialmente pericolosi non è solo lo studio di un quartiere e una realtà locale, ma un libro che sa riconoscere quel clima di insicurezza diffusa respirato oggi dalle fasce più giovani di tutto il paese, schiacciate spesso da adulti che non sanno ascoltare.
“Il libro di Angelo”, ha concluso Masi, “ha finalmente aperto una finestra scientifica su uno spaccato degli italiani, quelli sotto i vent’anni che, pur essendo sparsi in luoghi diversi, condividono lo stesso contesto di mancanza di speranza, se si considera che, secondo l’ultima ricerca della Coldiretti, un giovane su quattro sogna di poter fare lo spazzino. Nel libro di Angelo c’è l’analisi e la fotografia di un’età giovanile che andrebbe tenuta in grande considerazione per costruire un’Italia migliore”.