“Ritengo che la proposta di legge n.33 ‘Riordino delle disposizioni per contrastare la violenza contro le donne in quanto basata sul genere e per la promozione di una cultura del rispetto dei diritti umani fondamentali e delle differenze tra uomo e donna’, presentata dai consiglieri della maggioranza, sventolando la bandiera del contrasto alla violenza sulle donne, battaglia ovviamente da tutti condivisibile, voglia far passare di fatto ben altro concetto e cioè, l’ideologia del ‘gender’”.

Lo ha affermato Olimpia Tarzia, vicepresidente della V Commissione Cultura della Regione Lazio, nel corso della discussione generale sulla proposta di legge n.33. “La nostra regione ha già una legge di contrasto alla violenza sulle donne (LR n.16 14/5/2009), tra l’altro scritta bene e fatta dalla stessa maggioranza di centrosinistra: se si vuole aggiungere qualche ulteriore misura, penso alle strutture espressamente dedicate al recupero e al sostegno delle persone vittime di violenza, lo si può fare benissimo emendando la legge in vigore.

Ciò che è gravissimo - ha proseguito Tarzia - è strumentalizzare ideologicamente il drammatico tema della violenza sulle donne, volendo raggiungere tutt’altro obiettivo: inserire il gender e quindi l’ideologia Lgbt (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender) nel cuore delle politiche regionali.

La sostanza della legge è, quindi, del tutto estranea a quelle che sarebbero le sue finalità per come sono presentate alla stampa e all’opinione pubblica e questo è scorretto, politicamente e da un punto di vista normativo.

Da tempo, d’altronde, stiamo assistendo da parte di una certa sinistra al tentativo di orientare l’attenzione verso la cultura di genere, ma non per sottolineare le problematiche della condizione femminile, bensì per assecondare il mondo Lgbt.

In Commissione ho fatto di tutto per correggere le molte storture della proposta ma la maggioranza ha voluto accelerare a tutti i costi la discussione in Aula di questa proposta di legge ingannevole, ipocrita oltre che, in alcuni punti, incostituzionale, motivo per cui ho presentato più di 140 emendamenti.

Mi auguro - ha concluso Tarzia - che la maggioranza dell’Aula possa ripensarci e, proprio per rispetto della verità che si deve alle donne di questa regione, ritiri la proposta di legge”.