Federico Vincenzi non è solo un bravo avvocato penalista del Foro di Brescia, ma anche uno scrittore, nonché marito e padre di 5 figli. In questi giorni, escondo due libri a sua firma, anzi due e-book molto diversi tra loro. Alla fine del 2013, Vincenzi ha pubblicato in edizione e-book due romanzi: Cinquesettecinque-solo contro tutti! Il caso Rashida e I limiti della perfezione. Nel primo impiega 169 pagine per raccontare la storia di una bambina, una madre e un padre. E’ la storia di un omicidio, del processo vissuto dall’avvocato in piena solitudine, abbandonato addirittura dai suoi stessi clienti: solo contro tutti, come dice il titolo. Poi parla di morta, la morte improvvisa, quella che senza preavviso bussa alla porta e non consente nemmeno di consumare il tempo delle lacrime, perché sorge una domanda: “Chi è stato?”. I limiti della perfezione racconta invece, in 88 pagine, la storia di Filippo ed Esther, due cuori legati prima dall’amore e poi dall’odio. L’avvocato Vincenzi ha inoltre pubblicato Quéz! Ormoni e macchine e L’avvocato e lo stregone per le edizioni Bietti. Ha pubblicato anche Apri gli occhi (Edizioni Albatros), e dato che per ogni figlio fa uscire un libro, ora che ne ha cinque si sentiva in debito. Di seguito l’intervista, o meglio il “botta e risposta” dello scrittore con ZENIT.
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Sei più avvocato o più scrittore?
Vincenzi: Bella domanda! Sinceramente oggi non mi sento né uno, né l’altro…
Quando hai iniziato a scrivere?
Vincenzo: Ho sempre scritto storielle per divertirmi, anche se ho iniziato a pubblicare quasi per caso, su richiesta di un editore che avevo conosciuto in un bar. Ho scritto il mio primo libro L’avvocato e lo stregone, nel 2000, poi ci ho preso gusto.
In tutti i tuoi libri è sempre presente, in qualche modo, Dio.
Vincenzi: Dio è presente nei miei libri perché è presente nella mia vita. Se scrivere è comunicare qualcosa di proprio, allora non posso dimenticare Dio.
I tuoi personaggi hanno qualcosa di autobiografico o si ispirano molto a persone reali?
Vincenzi: E’ vero: ho la mania di osservare le persone che frequento – sia abitualmente che occasionalmente – ho la mania di catturare da ciascuna di loro un pezzo di personaggio. In ogni caso, più che persone precise i miei personaggi sono sempre mosaici.
In entrambi i romanzi non parli di un luogo preciso, perché?
Vincenzi: Non mi affeziono mai a luoghi. Così mi piace che chi legge disegni l’ambiente in cui si verificano i fatti come vuole.
Quanti libri ha scritto finora?
Vincenzi: Siamo a quota cinque, uno per figlio…. Sono partito con L’avvocato e lo stregone, poi Quéz (Bietti 2001), Apri gli occhi (Albatros, 2009) e gli ultimi due, che a dire il vero sono autopubblicati online.
Perché hai scritto questi due libri?
Vincenzi: I limiti della perfezione è un regalo per mia moglie. A lei piace che le scriva storie. L’ho fatto per lei. 575 invece è una storia quasi vera. Dovevo scrivere una lunga memoria in un processo, e avevo paura di tediare il Giudice con pagine e pagine scritte in “avvocatese”. Allora ho provato a dare un po’ di tocco artistico, tanto per annoiare meno chi doveva leggere.
Dov’è possibile acquistarli?
Vincenzi: Solo online. Dal mese prossimo saranno disponibili in versione cartacea su Amazon, però ora sia in e-book che cartaceo su Lulu.com.
575… Che titolo è?
Vincenzi: E’ il numero dell’articolo del Codice penale che punisce l’omicidio. Nel gergo di noi avvocati usiamo più i numeri che le parole per indicare i reati.
Il caso Rashida è vero?
Vincenzi: In molte, moltissime sue parti, purtroppo si.
In 575 denunci alcuni problemi della giustizia, come le lentezze processuali.
Vincenzi: La giustizia – intesa come servizio pubblico – funziona poco e male. Credo che il primo passo da fare sia quello di cambiare il nostro atteggiamento: non mi approccio alla giustizia cercando di farla franca o di ottenere il massimo profitto, ma semplicemente per afferma una verità. Non ho mai trovato un cliente con questo atteggiamento.
Cos’è la giustizia?
Vincenzi: È la ricerca di una verità. Di certo non l’esito di una battaglia di scartoffie, come oggi invece viene intesa. A mio parere la Giustizia è la scoperta della volontà di Dio: per questo prima di ogni udienza rivolgo al Signore una preghiera, chiedendogli che sia fatta la sua volontà.
Il protagonista del romanzo è un avvocato con 3 figli e che va a messa…
Vincenzi: Ehm, ora ne ha cinque, e grazie a Dio continua ad andare a messa!
Cosa vuol dire la frase “Se credi nel paradiso non piangi per chi muore”?
Vincenzi: E’ difficile accettare la morte. Ma Papa Wojtyła diceva che alla fine della strada c’è sempre la luce di Cristo. Solo in questo modo possiamo accettare la sofferenza e la morte. Altrimenti restano solo lacrime senza speranza.
Com’è nato I limiti della perfezione?
Vincenzi: Quasi per caso.
Quali sono i limiti della perfezione?
Vincienzi: I limiti della perfezione sono – perdonate il gioco di parole – nella perfezione stessa, che non è di questo mondo. E rischia di diventare un’ossessione.
Esther e Filippo sono una coppia alla deriva per mancanza di comunicazione. E’ così difficile comunicare oggi?
Vincenzi: Basta andare in un bar e guardare le persone: o sono sole o “smanettano” con il cellulare senza degnare di una parola chi gli sta seduto innanzi. Sì, oggi è molto difficile comunicare.
Che cos’è l’Amore, secondo te?
Vincenzi: Accettare l’altro con i propri difetti, accettare di soffrire per l’altro, proprio come ci fu insegnato circa 2000 anni fa.
“Si può essere cristiani e avvocati”?
Vincenzi: Si DEVE esser cristiani e avvocati. La fede non la si vive per compartimenti stagni: ora sono fedele in chiesa, tra un’ora sarò avvocato senza scrupoli. No. E poi San Paolo dice che addirittura Cristo è avvocato!!! A dire il vero, però, molti clienti non condividono certe mie posizioni “cristiane”. Pazienza.
In questo romanzo affronti anche, con una certa sensibilità, la femminilità e i suoi problemi. Chi ti ha ispirato?
Vincenzi: Mia moglie: un dono stupendo di Dio.
Gravidanza e corpo che cambia: una gioia immensa, una tragedia?
Vincenzi: Gioia immensa, senza dubbio. Il corpo di una mamma in attesa acquista luce.