“Cari fratelli e sorelle, scusatemi perché parlo in italiano e non in inglese. In realtà non parlerò né italiano, né inglese ma ‘con la lingua del cuore’”. Con queste parole, pronunciate in inglese, inizia il videomessaggio rivolto da papa Francesco alla comunità pentecostale del Texas, che in questi giorni tiene il suo raduno.
Il breve discorso è stato registrato su uno smartphone dal vescovo Tony Palmer, responsabile dell’International Ecumenical Officer per la Comunione delle Chiese Evangeliche, durante l’udienza concessagli dal Santo Padre lo scorso 14 gennaio.
Il videomessaggio è stato diffuso per la prima volta oggi, durante il raduno pentecostale in Texas e, subito dopo, caricato su Youtube.
“È una lingua più semplice ed autentica – ha proseguito il Papa, passando all’italiano -. Questa lingua del cuore è una grammatica speciale, semplice. Due regole: ama Dio sopra tutto e ama il tuo fratello e la tua sorella. Con queste due cose andiamo avanti”.
Ai partecipanti all’incontro in Texas, il Pontefice ha rivolto un “saluto gioioso e nostalgico”. Gioioso perché “mi dà gioia che siate riuniti per lodare Gesù Cristo, l’unico Signore, per pregare il Padre e ricevere lo Spirito”. Ciò è un segno che “il Signore lavora in tutto il mondo”, ha commentato.
Così come nei quartieri, ci sono famiglie che si vogliono bene e famiglie famiglie che si separano, “noi siamo un po’, mi permetto la parola, ‘separati’”, a causa dei “peccati” e dei “malintesi nella storia”, in una “lunga strada di peccato comunitario”, in cui “tutti abbiamo colpa”, perché “tutti siamo peccatori” e “soltanto uno è il Giusto: il Signore”.
È proprio la “nostalgia” che ha spinto papa Francesco a manifestare il desiderio che “questa separazione finisca”. Nostalgia, quindi, di “quell’abbraccio di cui parla la Sacra Scrittura, quando i fratelli di Giuseppe, affamati, sono andati in Egitto” e “hanno trovato qualcosa di più del pasto: hanno trovato il fratello”.
Tutti noi abbiamo “i soldi della cultura”, “della nostra storia” e delle nostre tradizioni “anche religiose” ma “dobbiamo trovarci come fratelli e dobbiamo piangere insieme come ha fatto Giuseppe”: il “pianto dell’amore”, infatti, è “un pianto che unisce”.
Parlando “come un fratello”, papa Francesco ha detto: “facciamo crescere la nostalgia che ci spingerà a trovarci, ad abbracciarci e a lodare Gesù Cristo, come unico Signore della storia”.
Il Papa ha quindi ringraziato i pentecostali per l’ascolto e per averlo lasciato “parlare la lingua del cuore”. Ha poi chiesto il “favore” di pregare per lui. “Io prego per voi, lo farò – ha detto – ma ho bisogno delle vostre preghiere”.
“Preghiamo il Signore perché ci unisca tutti – ha proseguito Francesco -. Avanti, siamo fratelli… ci diamo spiritualmente questo abbraccio e lasciamo che il Signore finisca l’opera che ha cominciato, perché questo è un miracolo: il miracolo dell’unità è cominciato”.
Il Santo Padre ha quindi fatto una citazione da I promessi sposi di Alessandro Manzoni: “Non ho trovato mai trovato che il Signore abbia iniziato un miracolo senza finirlo bene”. Quindi Dio, ha aggiunto il Papa, completerà il miracolo dell’unità tra i cristiani.
“Vi chiedo di benedirmi e io vi benedico, da fratello a fratello. Un abbraccio. Grazie”, ha quindi concluso papa Francesco.