Giovanni, appena ha saputo che avevo un computer, mi promette una bella sorpresa. “Ti manderò in allegato un mio “capolavoro”, un grosso frutto della mia tecnica, un gioiello che invio agli amici più cari, un regalo del cuore. Prendilo come un dono grande.”
Dopo varie, lunghe settimane di attesa, mi decido di telefonare all’amico per sapere a quando la “sorpresa telematica”. Lui risponde manifestando la sua sorpresa che ancora non abbia ricevuto nulla. Anzi, stava già per catalogarmi tra gli amici ingrati e incapaci di un grazie.
-Giovanni, da te non ho ancora ricevuto nulla. Anzi sto ancora aspettando.
-Allora il tuo computer – conclude – non riceve i files grossi, forse il mio dono telematico è troppo pesante per la piccola capacità recettiva del tuo computer.
Ha tentato e ritentato ancora l’invio, ha pure ridotto il tutto, frazionandolo in piccoli bocconcini…, ma io sto ancora aspettando il dono.
Per fortuna – mi sono detto – che i doni di Dio, immensi e infiniti come Lui, non hanno bisogno di adeguati spazi in te, né ti chiedono particolari capacità recettive.
Dio stesso, tesoro immenso, dono infinito, si è spogliato di ogni grandezza umana, si è fatto “niente” per entrare nel niente mio e tuo.
Nell’eucarestia si è fatto bocconcino, nel calice un sorso.
Appena gli presentiamo il nostro nulla, trova casa sua in noi l’infinito suo nulla.
Ciao da p. Andrea
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