Nulla è lasciato al caso

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

Il Vangelo di oggi ricorda il primo annuncio della morte e risurrezione di Gesù che l’evangelista Marco propone ai lettori. L’annuncio è inserito tra due dialoghi con Pietro. Gesù, infatti, è per strada con i suoi discepoli, quando chiede loro che cosa la gente pensasse di lui. Sentite le varie risposte, Pietro risponde a Gesù a nome dei discepoli: «Tu sei il Cristo». Dopo l’annuncio della morte e della risurrezione, Pietro rimprovera Gesù. E Gesù si altera con Pietro. 

Meditazione

Ciò che ci succede, fin dai primi giorni di vita, rimane impresso nel nostro animo e nel nostro corpo. Grandi eventi ci condizionano la vita e ci portano ad essere persone con determinate qualità e capacità sviluppate proprio grazie a privazioni o stimoli avuti. C’è chi, da piccolo, è stato privato dell’affetto della mamma e ha dovuto occuparsi dei suoi fratellini. Più tardi diventerà forse insegnante o educatore per continuare in quello che ormai sa fare bene. C’è chi nasce in una famiglia di musicisti e fin da piccolo suona vari strumenti. Non di rado lo ritroveremmo in qualche orchestra, appena è cresciuto. Mentre muore la mamma, o un bimbo prende lezioni di musica, non possiamo sapere cosa diventerà da grande. Non sappiamo se svilupperà un talento o saprà controbilanciare una perdita. Comunque, potremmo vederlo più tardi, e a volte meglio noi da osservatori esterni che l’interessato stesso. Questo vale anche per Gesù. La sua vita, come la nostra, ha un fine. La sua vita non è vana, come non sono vane le nostre vite, anche se brevi, piene di sofferenza. Gesù mostra l’Amore di Dio attraverso i gesti e le parole. Mostra come è il Padre. Questa è la sua missione. Quella di costituirsi un gruppo di persone che si fidano di Lui a cui affidare un messaggio di pace, di perdono, di amore di Dio verso il mondo. Il culmine sarà la Croce e la Risurrezione. Questo centro della nostra fede, però, è stato preparato durante la vita di Gesù. Tutto può e deve essere letto in quella prospettiva. Gesù non voleva solo guarire i malati: voleva mostrare la premura di Dio verso chi soffre. Voleva mostrare che Dio può superare tutto. Ma lo si comprende appieno solo guardando alla croce. Ecco perché l’Evangelista fa bene a ricordare gli annunci della morte e della risurrezione. 

Preghiera

Signore, grandi peccatori sono diventati grandi santi. Persone con grandi disabilità hanno superato ostacoli impensabili. Altri hanno saputo vincere paure e difficoltà. E io? Ancora piango le mie ferite, non riesco a lasciare dietro a me risentimenti e odio. Ancora non supero quanto mi è successo nella vita? I gradini Signore, me li hai messi, affinché io cresca. Affinché io usi la mia esperienza per aiutare gli altri. Aiutami Signore! 

Agire

Oggi faccio qualcosa che mi permetta di dire: quell’esperienza brutta che ho vissuto, ha portato frutto… 

Meditazione del giorno a cura della prof.ssa Alexandra von Teuffenbach, docente di Teologia e Storia della Chiesatratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti  info@edizioniart.it</a>

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ZENIT Staff

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