L'amore non si può provare

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

Pochissimi versetti ci compongono il Vangelo di oggi: una breve discussione che Gesù ha avuto con i farisei. Essi sapevano che la gente lo credeva il Messia e lo volevano mettere alla prova. E quindi chiedono un segno. Ma Gesù rifiuta e sale sulla barca che lo porta all’altra riva. 

Meditazione

I farisei sono un po’ i tutori della legge, della fede della gente. La gente avrà chiesto a loro: “È lui il Messia che aspettiamo?”. E quel gruppetto di farisei si sarà riunito per andare a parlare con Gesù. Perché pensare che avessero cattive intenzioni? Essi volevano solo poter dimostrare, senza ombra di dubbio, che Gesù è il Messia. Ecco perché gli chiesero un segno. Quante volte sentiamo ancora oggi: non posso credere, non c’è nessuna prova! Quanto volte si sentono cristiani che dicono: se solo ci desse un segno! Ma Gesù lo nega. Probabilmente un “esperto di immagine” gli avrebbe detto: guarda, è un’ottima occasione. Il gruppo fa da sfondo e dà credibilità. E tu potresti fare qualche grande gesto, noi lo riprendiamo con le telecamere e tutto il mondo crederebbe! In un colpo solo, direbbe quell’esperto: il mondo crederebbe! Quanto però assomigliano, queste parole, a quelle espresse da Satana nel deserto… I gesti di Gesù, i miracoli, toccavano sempre i singoli che avevano la disposizione, l’apertura alla fede. Avrebbe di certo potuto far scendere fulmini dal cielo per convincere quel gruppetto di farisei. Ma Gesù, nei suoi gesti, nelle sue parole, tocca il cuore di chi lo ha già reso aperto, disponibile. Il malato, per esempio, è sempre aperto al dono della salute, il peccatore cerca con tutto il suo cuore il perdono. A tutti questi Gesù si mostra quale Figlio di Dio che può tutto: ecco perché il miracolo spesso è accompagnato alle parole la tua fede ti ha salvato”! I quattromila furono saziati, perché erano “stati con lui”. Gesù aveva sedato la tempesta dopo che lo avevano chiamato con insistenza, quindi, dopo che si erano rivolti a lui. Dio non dà segni per convincere il mondo della sua esistenza. Non ha bisogno di farlo. Non deve convincere nessuno. Dio ama solamente. E l’amore non si può provare e poi, magari a tavolino, si decide se è vero, forte o coinvolgente abbastanza. L’amore si può solo sperimentare. Poi ci si può abbandonare profondamente – essere inseriti nell’Amore infinito del Signore – o lo si può rifiutare, autocondannandosi. 

Preghiera

Tu mi ami Signore. Fammi sperimentare il tuo amore nella mia vita affinché io creda sempre più profondamente. 

Agire

Come faccio a sapere che i miei cari mi amano? Non certo per una “prova” iniziale, ma per i tanti sguardi, parole, gesti che fanno. Ma colgo anche quelli di Dio verso di me? Rifletto e ricordo quello che mi è parso riconoscere come segno dell’Amore di Dio verso di me. 

Meditazione del giorno a cura della prof.ssa Alexandra von Teuffenbach, docente di Teologia e Storia della Chiesatratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti  info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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